UN BLOG
IN FORMA DI MAGAZINE
E VICEVERSA

Allonsanfàn
{{post_author}}

CineEstate. Su Netflix, trionfa Gli infedeli, commedia a episodi (vedibile) con Scamarcio e Mastandrea

Forse conviene: tanto poi esce su Netflix mica in Cinemascope, insomma va fuori sulle piattaforme del nuovo spettacolo. Inutile sprecare l’artiglieria pesante da blockbuster, non è più conveniente buttar lì una commediola? Ma una dal gusto d’antan, tipo quelle che si vedono riproposte a rullo su Iris nella nostra ordinary tv.

Oggi tra i film più visti su Netflix ci sono Gli Infedeli di Stefano Mordini, con Riccardo Scamarcio e Valerio Mastandrea (in foto sopra, con Massimiliano Gallo): ed è lo strano caso del remake parziale di un film francese, Les Infidèles del 2012, con Jean Dujardin e Serge Hazanavicius, che si rifaceva alla nostra storia del cinema, cioè alla famigerata commedia italiana ad episodi, nata in versione seria con Blasetti (Altri tempi) e battutissima negli anni ’50,’60 e ’70.

I film a episodi davano il vantaggio di esporre appetitosi cartelloni fuori dai cinema, stipati di attori famosi cui bastava un salto sul set per incassare lauti cachet e, nei contenuti, beneficiavano di una comicità svelta e disinvolta data dalla brevità, a patto che evitassero di adagiarsi nello sketch – televisivo già allora, senza che ci fosse Netflix – o nella barzelletta sceneggiata.

Comunque. Tutti i più celebri registi d’epoca innestarono la modalità a episodi e ognuno si riveda oggi i capolavori del genere e le schifezze, partendo dai primi: I mostri, Ieri, oggi, domani, Alta Infedeltà, I complessi, quello con Sordi dentone…

Che questi in fondo trascurabili Infedeli diventino occasione per ripescare pure i film da spiaggia con Chiari&Vianello, oltre alle prove ruggenti o di mestiere del poker Gassman Sordi Tognazzi Manfredi, e poi le fibrillazioni da cinema d’essai – esistono anche pasticciati Ferreri a tranci e la Ricotta di Pasolini – e il sottogenere del genere ai tempi presidiato dal duo Franchi&Ingrassia?

Finita questa pippa nostalgica, e tornando a noi, nei cinque episodi fortemente voluti da Scamarcio (anche sceneggiatore), due vengono dritti dal film francese – la moglie che quasi per celia si fa confessare un tradimento e il venditore sfigato alla convention che proprio non riesce a rimorchiare. Sono i pezzi migliori pur farciti di troppa satira bonaria e vecchiotta sul maschio narcisista e cacciatore per evidenti ragioni darwiniane.

Ecco però: la storia del marito che fa credere pazza la moglie (Laura Chiatti), colpevole di averlo sorpreso in flagrante tradimento è una barzelletta tirata allo spasimo, mentre la vicenda di Mastandrea pelato che corteggia il glory hole di un locale di scambisti sembra uscire dal peggio del già girato e già digerito, che ne so, dal Risi molto buttato lì di Sesso Matto.

Ma poi: influenzato dalla conferenza stampa di Mordini, ho messo su tutta questa storia sui resuscitati cari, vecchi film a episodi, che in realtà sono sempiterni. Gli infedeli è identico nella struttura frammentata a una schiera di titoli (usciti in sala) mai passati davvero di moda, dai Manuali d’amore ai Femmine contro maschi, tra Veronesi, Brizzi e altra compagnia filmante.

Amen. Gli Infedeli si lascia vedere lo stesso, anche se Mastandrea pare poco convinto e Scamarcio sogghigna a raffica. Lo spettatore potenziale è infatti in vacanza, accende il tablet, mette l’auricolare, un po’ dormicchia, qualche volta sorride, e domani è un altro film.

I social: