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Allonsanfàn
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Il giallo di Manzini non c’è, c’è solo Giallini col loden

Il giallo non c’è, c’è solo Giallini col loden al posto dell’impermeabile (perché niente si crea tutto si trasforma, vero Colombo? “Ah, un’ultima cosa…”) che bofonchia, stira le rughe, fa l’uomo alla finestra, gioca al burbero col cuore d’oro, parla ai fantasmi, porta fuori il cagnetto, sfumacchia una cannetta perché sia mai che uno di questi investigatori – il vicequestore Schiavone qui dai libercoli ingialliti di tal Manzini oggi in questi tempi miracolato dagli ascolti delle truppe di lettori che si abbeverano al giallo perché i libri bisogna leggerli ma guai alla complessità (Ti ho incontrata alla Feltrinelli / Tu fregavi solo gialli…), come se bastasse leggere, cosa non importa, per coltivare una certa percentuale di cultura da mostrare in società, nel mentre si è cazziati da boomer, non c’è tempo, mi rilasso, mi distraggo, chiudo gli occhi e buonanotte (ma non sono più interessanti i casi della cronaca, a parte quelli già risolti rispolverati a orologeria come armi di distrazione di massa? o si leggono i gialli come ci si esercita nell’enigmistica e ciò che si cerca è solo il conforto della soluzione?) – sia mai non abbia da sfoggiare sotto l’abito da duro una stravaganza, e sopra un’incoerenza col mestiere di tutore della legge che nelle intenzioni lo renda più umano, più simile a noi, quando la normalità diviene eccedenza perché si riproponga la regola e la norma trionfi… ma più simile a chi?

Nel merito che meriti ha Schiavone, se al di là dei gingillamenti non riesce manco a prendere uno zio pedofilo assassino che gli sbatte in faccia la sua passione per H.G. Wells, tanto chi lo conosce se si leggono solo gialli? E nel mentre slalomeggia a vuoto in lungo e in largo tra scenografiche cime di monti innevati, sempre fumando che si sa il tabacco è più gradito se si apre il polmone indagando su un cold case, colpi di vero genio quando si deduce che la “y” stia per anni, senza un ordine di perquisizione per chi non ti fa mai salire in casa dove coltiva orchidee, ma chissà perché, manco si dà pena di googlare – mica di esplorare nel dark deep – sui nomi in codice dei compagni di merende e occorre, dea ex machina, dopo che la macchina s’è scoperto non azzeccarci nulla, la conviviale riccia archeologa Sara a una cena che sa tutto guarda caso di Wells a rivelare che Wedderburn sta per un personaggio – le coincidenze a volte – di The Flowering of the Strange Orchid.

Più che gialli, sono Giallini.

Nella foto in alto, Giallini sul set della sesta serie tratta dai romanzi di Manzini. Per altri (S)visti di Gabriele Nava, qui

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