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Allonsanfàn
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Per immagini. Nel manga La taverna di mezzanotte è il cibo che crea le storie

Mangiare è un atto che ho sempre ritenuto intimo. Forse è proprio per questo che, quando mi sono trasferita in Giappone, il cibo è stato il primo aspetto autentico che ho sentito di sperimentare senza mediazione.

Da un lato una forma di reale vicinanza – pur nell’estraneità di alcuni sapori, colori e consistenze – con una cultura distante, dall’altro una lente per indagare e comprendere qualcosa di più di un nuovo universo non soltanto alimentare ma anche relazionale.

Tra gli aspetti che più mi hanno conquistata ci sono la gentilezza, la cura del cliente, il senso di comunità che si può creare intorno al cibo: nei locali dove si va abitualmente è normale che il cuoco adegui le porzioni al nostro gusto; quando ci si reca da soli e ci si siede al bancone, il proprietario converserà con l’avventore solitario, o addirittura lo coinvolgerà in dialoghi con altri clienti per scambiare qualche parola mentre si gustano cibo e bevande.

La serie manga Midnight Diner, di Yaro Abe, iniziata in Giappone nel 2006 (ancora in corso) e da poco arrivata in Italia nella bella edizione BAO Publishing che raccoglie due volumi originali alla volta, ha a che fare proprio con questa dimensione: un locale accogliente nel quale le esistenze hanno occasione di incontrarsi, sfiorarsi, entrare in collisione chiamate dal desiderio di un buon piatto e da quello di condividere quanto sta loro accadendo nella vita.

Lo spazio è quello di una izakaya, una piccola taverna, che apre solo dopo mezzanotte e resta in attività fino alle 7 del mattino. Il proprietario, chiamato master dai clienti (il termine giapponese è masutaa, ed è una traslitterazione dell’inglese), ha in menù un solo piatto fisso, la zuppa di miso con carne di maiale, ma è disposto a cucinare tutto quanto gli verrà chiesto a condizione di avere gli ingredienti a portata di mano. E così, avventore dopo avventore, richiesta dopo richiesta, piatto dopo piatto, la serie si snoda in episodi – ognuno di una decina di pagine circa – capaci di tracciare una costellazione tra esistenze ed emozioni culinarie davvero interessante.

L’autore sceglie infatti di dare spazio sia a gente comune, sia a individualità eccentriche collocate in una zona non sempre marginale ma spesso grigia della società giapponese. Il manga rappresenta alla perfezione una certa atmosfera di intersezionalità sociale tipica dei locali come la Taverna di mezzanotte: tra gli avventori ci sono impiegati, musicisti, membri del crimine organizzato, pornoattori, letterati, giocatori d’azzardo, poliziotti.

L’atmosfera è variegata ma allo stesso tempo estremamente ospitale: né i soldi né lo status sociale comportano un trattamento diverso da parte del master. Il proprietario conosce i suoi clienti abituali, la loro storia, i loro gusti e sembra conoscere anche le loro ombre ma è disposto ad accogliere e ad ascoltare anche i nuovi arrivati. Persino il cibo è eterodosso: si va da preparazioni tipicamente giapponesi, come il sashimi o gli yakisoba, a panini e budino.

Ogni piatto accompagna una storia di vita, oppure fornisce un pretesto per creare amori, amicizie, rapporti: un ex poliziotto e una ex componente di una gang di motocicliste si ritrovano dopo anni davanti allo stesso piatto di pancetta e uova che ordinavano dopo le nottate, lui in servizio, lei a compiere malefatte; una storia d’amore nasce grazie alla condivisione di tramezzini alle uova. Fette di anguria accompagnano il racconto di storie di fantasmi, come si è soliti fare in Giappone durante l’estate; i granchi regalati per Capodanno a un boss mafioso da una banda affiliata forniscono il pretesto per una gaia celebrazione di tutti gli avventori abituali.

Così intorno a un cibo, che per i clienti è spesso una forma di ricordo o affetto preparato con cura e disponibilità dal proprietario, si crea un’atmosfera capace di coinvolgere il lettore ma anche commuoverlo, divertirlo e incuriosirlo rispetto a un Giappone distante dalle ovvietà tanto culinarie quanto sociali. Questo manga, che si è aggiudicato diversi premi, ha consacrato Yaro Abe – classe 1963 – come uno dei mangaka più interessanti degli ultimi anni. Abe, laureato della prestigiosa Università Waseda, ha lavorato per oltre venti anni come direttore di un’agenzia pubblicitaria, fino al suo debutto nel mondo del manga nel 2003. L’opera è stata trasposta in una fortunata serie tv targata Netflix “Midnight Diner: Tokyo Stories”

La taverna di mezzanotte, di Yaro Abe (BAO)

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