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Calcio con Garbo. Diritti da Sky a Dazn, cambia poco, anzi tutto. Intervista con Popi Bonnici

Popi Bonnici è un regista storico del calcio italiano. Ha lavorato per anni a Mediaset, poi è diventato consulente della Lega di Serie A, studiando il protocollo condiviso per le riprese. Ha realizzato il progetto per la regia televisiva dello Juventus Stadium e anche quello per il Mapei Stadium di Reggio Emilia, di proprietà del Sassuolo.

Lo abbiamo raggiunto pochi minuti dopo la notizia dell’assegnazione dei diritti televisivi della serie A a Dazn per il triennio 2021-2024. Gli abbiamo posto le domande che si fanno in questi giorni gli appassionati di calcio e i clienti delle tv a pagamento.

Bonnici, possiamo dire che ci troviamo davanti a una sorta di rivoluzione copernicana, visto che dopo molti anni Sky perderà il ruolo di principale broadcaster del nostro campionato?

Rivoluzione mi sembra eccessivo. Parlerei più di evoluzione, com’è normale che sia, perché cambiano le tecnologie e sta cambiando il mondo da un giorno all’altro. Cambierà semplicemente il dove più che il come vedremo i prossimi tre campionati di serie A. La vera rivoluzione arriverà quando potremo vedere lo stesso evento in modalità e da punti di vista diversi.

Gli appassionati di calcio sono preoccupati che guardare una partita diventi sempre più complicato e sempre più costoso. È una preoccupazione fondata?

Per quanto riguarda l’aspetto tecnico, io non sarei molto preoccupato, il problema sarà caso mai gestire più piattaforme, ma non è detto. Invece credo sia inevitabile che si vada verso un aumento dei prezzi degli abbonamenti.

Il web è destinato a soppiantare il satellite e il Digitale Terrestre?

Probabile. Il futuro sarà sempre più destinato alla condivisione dei contenuti attraverso la rete, perché è di più facile gestione. Ma naturalmente questo non può prescindere dalla banda larga e dalla rete sempre più veloce.

Pensate a quante informazioni può raccogliere l’operatore attraverso il web: mentre il satellite è sostanzialmente un sistema in cui l’operatore trasmette al cliente e raccoglie pochissimi dati, internet consente di avere un canale di ritorno costante. L’operatore può conoscere i nostri gusti in un sacco di campi e procedere una profilazione preziosa per il marketing e la pubblicità. So che alla gente non piace sentirselo dire, ma è così. Del resto avviene già con i cellulari.

C’è poi l’aspetto tecnico: abituati a vedere il Full HD di Sky, i tifosi si chiedono come funzionerà Dazn, se la partità si interromperà in continuazione e finirà un quarto d’ora dopo quella reale, com’è avvenuto spesso in passato.

La partnership con Tim dovrebbe servire proprio a evitare questi inconvenienti e sicuramente la Lega Calcio avrà avuto le più ampie garanzie al riguardo. Non possono permettersi di fallire.

Cominciamo col dire che in base all’ultimo bando dei diritti della serie A, non si giocheranno più di tre partite in contemporanea e probabilmente soltanto una sarà una gara di primo livello. Questo semplifica le cose, perché non ci sarà un affollamento eccessivo di utenti in linea.

Tim assicurerà la delocalizzazione dei server, che è fondamentale. In altre parole, il segnale che partirà dal server centrale non raggiungerà direttamente le case degli utenti, ma verrà inviato a molti server locali, che a loro volta distribuiranno la partita ai vari utenti. A Roma e Milano, tanto per fare un esempio, ci sarà bisogno di più server per evitare il rischio di un affollamento e quindi di un intasamento. Poi l’utente finale dovrà avere una buona linea internet: se io ho in casa 50 megabit in download e contemporaneamente quattro persone sono agganciate al router, è impossibile pensare che la qualità del segnale sia buona. Se invece ho la fibra, diciamo con 500 megabit, e sono collegato solo io, sicuramente potrò vedere la partita con la stessa qualità con cui la vedevo su Sky, perché sarà prodotta in Alta Definizione.

Ogni tanto scoppiano delle polemiche sulla gestione delle immagini: si dice che si mandi in onda solo quello che fa comodo, che anche la famosa riga che viene tracciata per stabilire il fuorigioco possa essere usata a seconda delle esigenze di chi produce. Che cosa c’è di vero?

Allora cominciamo col dire che il sistema di riprese della serie A (peraltro analogo a quello imposto dalla Uefa per la Champions e l’Europa League) è stabilito da un protocollo vòlto a mostrare il meglio, non il peggio, di quello che avviene in campo. Perché l’obiettivo è quello di valorizzare al meglio il prodotto, non di svilirlo. Se lei si riferisce al famoso dito medio di Antonio Conte esibito verso la tribuna nell’intervallo di Juventus-Inter, il discorso è molto semplice: la regia non ha mandato in onda quell’immagine non per scelta, ma perché aveva cambiato telecamera un attimo prima. In un secondo momento il proprietario delle immagini, cioè la società ospitante, ha scovato quei pochi fotogrammi e li ha messi a disposizione di tutti, una volta terminata la diretta.

Quanto alla famosa linea e al tempo che il VAR talvolta impiega a tracciarla, questo è dovuto semplicemente alla difficoltà di isolare il momento esatto, non c’è nessun complotto. In un secondo ci sono 25 frame, cioè 25 fotogrammi. La difficoltà sta nel cogliere il frame giusto, quello cioè del momento in cui parte il passaggio, ma non sempre è così semplice. Se in un secondo ci fossero 50 o 100 fotogrammi, avremmo la certezza di cogliere l’attimo giusto. Così invece dobbiamo accontentarci.

Torniamo al povero utente/tifoso: che cosa dovrà aspettarsi e come dovrà attrezzarsi?

Dal punto di vista tecnico, credo di aver chiarito tutti i dubbi. Ma sull’aspetto commerciale, naturalmente, andiamo in un terreno che non è di mia competenza. Attualmente Dazn ha due canali nel bouquet di Sky, che così consente ai suoi clienti più affezionati di vedere tutte la partite di serie A allo stesso prezzo di prima, cioè di prima che Dazn acquistasse i diritti per tre partite. In linea teorica, se Sky cedesse un altro canale a Dazn, ci sarebbe la copertura completa della serie A. Ma finora Sky assorbiva il costo di 9,99 euro al mese, mentre non sappiamo quanto costerà l’abbonamento di Dazn domani, anche se mi sembra inevitabile un aumento consistente. Non dimentichiamo che Dazn ha acquisito i diritti di tutte le 10 partite di serie A di ogni giornata, 7 in esclusiva e 3 in condivisione con un altro operatore, che potrebbe essere Sky, ma anche Mediaset o Amazon. Quindi è presto per capire cosa succederà.

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