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#FilmmakerFest40, il nuovo cinema docu in 60 film dal 27/11 al 6/12. Tutto in streaming

Al centro, il cinema documentario di ricerca: un’identità che da 40 anni fa di Filmmaker un punto fermo per chi vuole scoprire nuovi autori e nuovo cinema. Non è un caso che alcuni nomi presentati qui siano oggi celebri: da Ulrich Seidl a Frederick Wiseman, da Rithy Panh a Errol Morris.

Oggi Filmmaker Festival, per forza di pandemia, va in streaming e lo fa su MYMovies, dal 27 novembre al 6 dicembre. La piattaforma può dare il vantaggio di incontrare, seppure da remoto, un pubblico nuovo.

Sette le sezioni in programma: Concorso Internazionale, Concorso Prospettive, Fuori Concorso, Fuori Formato, Moderns, Teatro sconfinato, Corrispondenze per un totale di oltre 60 film da 20 Paesi.

APERTURA

Guerra e pace, già applaudito a Venezia e presto distribuito da Istituto Luce Cinecittà, segna il ritorno alla manifestazione di Massimo D’Anolfi e Martina Parenti, con un saggio/riflessione per frammenti sulla nostra memoria visiva dai primi del Novecento a oggi, dal cinema delle origini agli smartphone. Nella foto, un frame del film.

IN CONCORSO

El año del descubrimiento di Luis López Carrasco, un bar di Cartagena diventa una nuova agorà in cui punti di vista lontani e contraddittori riflettono sulle glorie olimpiche e i disordini sociali del 1992 spagnolo.

IMPA – La città di Diego Scarponi, la vita quotidiana della più antica fabbrica occupata argentina, una città dentro la città che è diventata scuola, compagnia teatrale, ambulatorio medico, laboratorio culturale e democratico.

C’est Paris aussi di Lech Kowalski, la rielaborazione documentaria di Un americano a Parigi: un confronto fra marginalità apolidi, un nativo americano e gli immigrati che vivono in povertà nei sobborghi della capitale francese.

Purple Sea di Amel Alzakout e Khaled Abdulwahed, con le immagini filmate dalla co-regista mentre il barcone su cui era in fuga dalla Siria si inabissava nel Mediterraneo.

Unusual Summer di Kamal Aljafari, un mosaico di frammenti da una camera di sorveglianza che catturano le contraddizioni di un quartiere arabo in territorio israeliano.

What Remains / Revisited di Clarissa Thieme, viaggio nella memoria dei luoghi, testimoni silenziosi degli orrori della guerra in Bosnia.

Petite fille di Sébastien Lifshitz, le questioni di genere attraverso la storia di Sasha, 7 anni, che ha sempre saputo di essere una bambina anche se nata in un corpo maschile.

Makongo di Elvis Sabin Ngaïbino, fra i pigmei Aka in Repubblica Centrafricana dove due ragazzi non rinunciano a lottare per il loro diritto all’educazione.

Ziyara di Simone Bitton che ritorna in Marocco, terra di origine della sua famiglia, sulle tracce di una cultura ebraica solo parzialmente sommersa dalle migrazioni e dalla Storia.

Petit samedi della belga Paloma Sermon Daï, un confronto faccia a faccia fra una madre e il figlio eroinomane

FUORI CONCORSO

Frederick Wiseman con City Hall entra nel municipio di Boston per raccontare l’importanza delle istituzioni democratiche americane messe in pericolo dalla presidenza Trump.

Jia Zhangke (Still Life, Il tocco del peccato), in Swimming Out Till the Sea Turns Blue ripercorre in diciotto capitoli la storia della Cina, intrecciando letteratura (con le opere di Jia Pingwa, Yu Hua, Liang Hong, Ma Feng) e cinema.

Luca Guadagnino torna con Fiori, Fiori, Fiori!: un diario intimo, un viaggio in Sicilia, nei mesi del lockdown, per ritrovare amici, luoghi, ricordi.

In collaborazione con Casa Testori e Micamera, il nuovo lavoro di Fatima Bianchi, L’Ouvert, personalissima riflessione sull’evento ancestrale del parto.

Luca Ferri con due nuovi lavori: La casa dell’amore, capitolo conclusivo (dopo Dulcinea e Pierino) della sua “trilogia dell’appartamento”, segue l’incontro con Bianca Dolcemiele, prostituta trans milanese, e , titolo di apertura di un nuovo ciclo di cinque film

Andrea Caccia con Zona, insieme agli studenti del corso audiovisivo dell’istituto Rosa Luxemburg, nel quartiere Olmi a Baggio di Milano, si interroga sul significato della vita in periferia.

Per il programma completo, qui. Per lo streaming, qui

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