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Allonsanfàn
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ARoma. Da Nicolini a Ruzzle, la cultura dell’estate nella Capitale cambia volto

Il nome innanzitutto: Romarama. E che vordì? chiede stupito il consumatore del bar, leggendo appoggiato al frigorifero dei gelati sul tabloid cittadino gratuito il nuovo nome delle iniziative per l’estate a Roma.

Un consumatore più anziano comincia a canticchiare Ramaya di Afric Simone, ma nessuno lo segue perché quel successo che spopolò a lungo è ormai dimenticato. Ma voi vedè che è tipo er Cinerama, quello coi tre proiettori? prova a spiegare lo sfaccendato colto del bar, quello che quando c’erano i cinema d’essai aveva risolto il problema di come passare la giornata. Ma i cinema a Roma stanno chiudendo soprattutto in periferia e di cinema a prezzi popolari in questa estate del 2020 non se ne vede l’ombra.

Ma al bar sotto casa, in questi giorni che non c’è lavoro ed è tornato a riempirsi di varia umanità, non ci si accontenta di facili spiegazioni, perché sono le 5 del pomeriggio e avoglia ad aperitivi prima di arrivare all’ora di cena.

Il primo che ha chiesto che bestia fosse Romarama indica agli altri il logo dell’iniziativa. Dietro alla faccia sorridente della sindaca Raggi (ma che c’avrà da ride, chiede uno) si vede un gatto a pois rossi e bianchi che dalla bocca gli esce non si sa bene che. E la lupa e il Colosseo? chiede un altro. Ma oggi è più giornata di domande che di risposte al bar.

Sarà la damnatio memoriae, dice un altro e tutti si voltano preoccupati, ma poi scoprono che è quello che fa il benzinaio a pochi metri da lì, l’unico che ha fatto il classico nel quartiere e lo ricorda agli altri con queste uscite, niente da temere, l’ignoranza è salva. Ma il benzinaio insiste e spiega che la Raggi è peggio di Attila, perché siccome l’unico ricordo che lascerà in città quando se ne andrà è la mondezza, allora siccome è povera di spirito vuole cancellare il ricordo dell’estate romana di Nicolini, di Massenzio, del cinema popolare all’aperto a poco prezzo, delle mille iniziative gratuite, musica, teatro, performance, mostre, che per anni consentivano ai romani di uscire e anche senza un soldo godersi la città.

Me sembra er supertelegattone, dice scoppiando a ridere l’ultimo arrivato per l’aperitivo indicando la pagina di giornale ancora aperta sul frigorifero dei gelati con il logo di Romarama in evidenza. Lo sai che me ricorda? suggerisce un avventore che sembrava dormire ma è invece un trucco per occupare per ore l’ambito tavolino con sedia, me ricorda un gioco che fa mi fija, rozzol, na cosa che giochi coi nomi e le parole, roma, rama, rima, rema, ruma.

Ruzzle, corregge il benzinaio istruito, quello che cambi le lettere e prendi i punti.

Ma a questa de punti je daranno giusto quelli del detersivo, chiosa uno e ridono tutti, mentre il benzinaio si scorda per un attimo il malumore per aver sacrificato Ovidio sull’altare della benzina senza piombo e declama felice: Raggi, paraggi, scoraggi, raggiro, foraggi, beveraggi, atterraggi, ammaraggi, oltraggiMa che stai dì? chiede il barista. È Ruzzle, spiega maliziosamente il benzinaio, sapendo la reazione che ha appena innescato tra gli astanti. E allora grazie a Ruzzle, questa è l’estate de Ruzzle. De che? De Ruzzle. E Ruzzle al cazzo! è il brindisi di tutti. E al quinto aperitivo Ruzzle è ormai un ricordo, mentre Raggi non è ormai più né passato né presente né futuro.

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