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Sara, 15 anni: la scuola è la nostra salvezza, non può venire per ultima

In una società che vuole omologare il pensiero di chi sta crescendo, l’unica salvezza per noi ragazzi è la scuola.

Nonostante io debba ancora iniziare la seconda liceo, posso affermare con certezza che la scuola è ben altro che il luogo delle tante ore passate a tradurre versioni di latino e a imparare a memoria simboli chimici e date di eventi del passato.

La scuola è condivisione, crescita, sviluppo personale e di gruppo. La cultura, ciò a cui noi studenti ambiamo, è un meraviglioso strumento di emancipazione, che ci fa imparare a pensare, a decodificare ciò che succede nel mondo, ci permette di imparare dai nostri errori e, soprattutto, ci rende liberi.

Sento di dovere all’istruzione la capacità di pensare con la mia testa, senza farmi influenzare da chi mi circonda. La scuola offre a ciascuno la possibilità di sviluppare un pensiero autonomo.

L’istruzione, per me, rappresenta il riscatto per la mia generazione, il cui punto di vista viene, nella maggior parte dei casi, ignorato.

Se vogliamo davvero cambiare ciò che non ci piace, se vogliamo avere il pieno controllo delle nostre vite abbiamo bisogno di studiare.

Quando tutti vogliono ancorarci a valori del passato e silenziare la nostra voglia di cambiamento, la culture ci offre l’opportunità per prendere il destino nelle nostre mani ed evolverci.

Studiare non significa imparare a memoria paragrafi, ma serve a discutere e confrontarsi con altri per riuscire ad analizzare e comprendere realmente ciò che si legge.

Sono in tanti a ritenere che lo studio serva soltanto in prospettiva di una carriera e non considerano quanto tutto l’ambiente scolastico, con i professori, i collaboratori e i compagni, sia fondamentale per costruirsi una personalità.

Per questo, quando l’emergenza sanitaria Covid-2019 ha sconvolto le vite di tutti noi, quasi nessuno si è preoccupato degli studenti. In fondo, pensavano, cosa cambia tra ripetere in un’aula e ripetere davanti a uno schermo?

Fatemelo dire: cambia tutto e ha anche un grande impatto.

Ci siamo sentiti smarriti, distanti dall’ambiente a cui eravamo abituati. Applicazioni, lezioni online, verifiche su piattaforme mai sentite prima: era tutto nuovo, ma nessuno, neanche i professionisti della scuola sapevano cosa fare.

La riapertura delle scuole è stata l’ultima priorità per tutti, per non parlare di come è stato gestito lo svolgimento degli esami di maturità.

Proprio perché molti ignorano la vera importanza della scuola, nessuno si è preoccupato di trovare delle soluzioni in breve tempo. Non tutti sono riusciti a partecipare alla didattica a distanza nello stesso modo, ci sono state svariate difficoltà, che, però, non sono state ascoltate.

Trovo sia inaccettabile che la scuola abbia così poca importanza per chi ci governa. Io voglio vivere in un Paese nel quale l’istruzione, la cultura e la scuola siano considerate priorità.

 

Nella foto in alto, un liceo di Milano. Nel tondo Sara Pardo, che firma questo intervento: ha 15 anni e frequenta il liceo classico Aristofane a Roma.

Chi vuole intervenire sul tema della scuola e della cultura per i giovani può scrivere a redazione@allonsanfan.it

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