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Sindrome 1933 di Siegmund Ginzberg: la storia del nazismo scritta pensando all’Italia di oggi

Il libro di cui vi parlo è Sindrome 1933 di Siegmund Ginzberg (Feltrinelli, 2019), ma vorrei dire qualcosa anche di altri due libri più o meno coevi: M l’uomo della provvidenza di Antonio Scurati (Bompiani, 2020) e Perché l’Italia amò Mussolini di Bruno Vespa (Mondadori, 2020).

La distanza fra l’uno e gli altri è breve: il primo esce a maggio del 2019, il secondo a settembre 2020 e il terzo a ottobre 2020. Che cosa cambia tra questi tre libri in linea temporale? Evidentemente poco, senonché a maggio del 2019 in Italia governava una coalizione con la presenza di una parte della destra (M5s-Lega) e a settembre, dopo le dichiarazioni di Matteo Salvini sulla spiaggia di Milano Marittima, al Papeete, subentrava una diversa coalizione passando dal Conte I al Conte II.

Dico subito che Sindrome 1933 – sebbene lontano dal potersi considerare un lungo romanzo come nelle intenzioni di Scurati fin dal primo M il figlio del secolo – fa venire i brividi. Lo fa per l’impressionante attinenza alla cronaca in cui eravamo (siamo) immersi. Ginzberg intreccia col tono del cronista appassionato e colto la narrazione del modo con cui il nazismo si afferma nella Germania del 1933 con i fatti all’onore delle cronache politiche italiane alla data in cui il libro esce, precisamente il 2 maggio. Ripeto: siamo in pieno governo giallo-verde e di lì a poco Salvini pronuncerà questa frase: “Abbiamo fatto una scelta di coraggio. Adesso chiedo agli italiani se hanno la voglia di darmi pieni poteri per poter fare quello che abbiamo promesso senza palle al piede. Chi sceglie Salvini sa cosa sceglie”.

Da qui la paura di un voto anticipato tale da dar ragione a Salvini, e il passaggio al governo giallo-rosso o rosa con ancora Conte presidente del Consiglio che incamererà con il M5s (primo gruppo parlamentare nelle elezioni del 2018) il Pd, Leu e, ovviamente, il partitello che Renzi (pronubo di cotanto avvenimento) si è costruito scindendosi dalla casa madre di cui è stato segretario. La cosa poteva finire lì, persino ipotizzando che si trattasse del solito governo balneare come altri ce ne sono stati e, nel 2020, forse, da doversi riconsiderare. Invece il 2020 è stato l’anno della pandemia da Coronavirus e tutto è cambiato. A questo punto confesso, a me la premessa del discorso del Papeete fa venire in mente il putsch di Monaco: fallito, buffonesco, ma di lì a poco foriero di combinazioni equivoche e ambigue che spianeranno la strada al III Reich.

In questo, Sindrome 1933 non è per niente superato dagli eventi e qualcosa in merito ce lo fanno capire, volenti o nolenti, i libri di Scurati e quello di Vespa. Scurati narra con stile letterario la genesi del fascismo (M il figlio del secolo, già premio Strega 2019, consta di ben 848 pagine, M l’uomo della Provvidenza di altre 656, e chissà quante ce ne vorranno per il terzo che già si preannuncia). L’opera di Scurati non attiene alla cronaca e, per quanto tempestiva, si colloca nel lungo periodo, appunto quello della storia. Vespa, invece, ammicca (lo dichiara apertamente) a due dittature: quella del fascismo e quella della pandemia da Covid. Ebbene: se guardate anche solo la copertina di Perché l’Italia amò Mussolini, con tanto nero e ispirata allo stile littorio, si può parlare di un ammiccamento a qualcosa che si intende comprensibile qualora accadesse.

Con il suo libro è stato consentito a Vespa di scorrazzare in tv mentre, nel frattempo, fiorivano ambiguità ed equivoci. Renzi, dopo la verifica con Conte, ha detto che del governo del Paese o di elezioni anticipate se ne riparlerà dopo l’Epifania e intanto duetta con Salvini e Berlusconi. Perché, allora, la sensibilità e l’attualità del libro di Ginzberg che, con le sue 192 paginette, consiglio a tutti di leggere? Perché qui il ricorso alla cronaca è quello di un accurato e bravo giornalista che ci invita a pensare con la testa e col cuore. Siegmund Ginzberg è nato a Instanbul nel 1948 da una famiglia ebrea arrivata a Milano negli anni Cinquanta. Conosce il mondo. È stato inviato dell’Unità in Iran, Cina, India, Giappone, Corea del Nord e del Sud oltre che a New York, Washington e Parigi. Il suo libro è un déjà-vu e ci aiuta a capire dove stiamo andando per non compiere, con orrore, gli stessi errori. Ci sarebbe ancora molto altro da dire, ma il mio (in fondo) è solo un consiglio di lettura.

IL LIBRO Siegmund Ginzberg, Sindrome 1933, Feltrinelli

  • Fabio Baldassarri, politico, giornalista e scrittore, è stato corrispondente de l’Unità e autore tra l’altro di una biografia di Ilio Barontini.
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