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Allonsanfàn
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Quando La bella confusione era il titolo (bocciato) di 8½

Digressione. Ma sì, inizio a parlare di La bella confusione (Einaudi 2023) di Francesco Piccolo, con una digressione. Un ricordo personale di Claudia Cardinale: la vedo sulla copertina del libro, splendida nella sua giovane bellezza pensosa misteriosa irraggiungibile e immediatamente la rivedo che balla un valzer. Non as Angelica nel palazzo siciliano del Gattopardo quelll’hanno vista tutti nel mondo ma il valzer strapaesano di una serata di liscio (proprio così) in un borgo dei colli piacentini.

Estate 2014, Bobbio Film Festival. Al tempo tengo una colonnina sul quotidiano Libertà di Piacenza dal titolo Bella Domanda sul dopo-spettacolo, il momento clou in cui gli spettatori “interrogano” gli attori e i registi del film appena proiettato, presenti di persona ogni sera (questo vis-à-vis tra chi il film lo vede e chi il film lo ha fatto è tuttora la carta vincente del BFF). Dopo il dibattito esco sulla via insieme a Lucilla Cristaldi nipote di Claudia Cardinale nonché aiuto-regista di Bellocchio nel film Sangue del mio sangue che si sta girando nel borgo; con noi c’è la stessa Cardinale, madrina del festival omaggiata con una mostra fotografica, con la proiezione del Gattopardo (copia restaurata prestata dalla Cineteca di Bologna),una litografia firmata da Marco Bellocchio (è anche pittore).

Sulla piazza antistante il chiostro di San Colombano, location del festival, si sta svolgendo la tradizionale sagra d’estate, tavolate di pisarei e faśö e la polenta col sugo di cinghiale (qui la mangiano anche a Ferragosto), c’è l’orchestra dal vivo, un’improvvisata pista da ballo. Appena usciamo è un tripudio di folla intorno alla Cardinale che sorride a tutti, i valzeristi girano la testa verso di lei senza perdere il ritmo, i commensali cenanti le fanno la standing ovation, qualcuno dell’entourage cinematografico la invita a ballare. E lei, affidata la litografia alla nipote Lucilla, sale impavida in pista a volteggiare per qualche minuto in mezzo alle altre coppie.

Claudi Cardinale nel film di Fellini

Tornando al libro. Il titolo La bella confusione (proposto in fase di lavorazione dal co-sceneggiatore Flaiano, e bocciato da Fellini per il film che poi si sarebbe chiamato ) pare ora perfetto per l’ultima fatica letteraria di Francesco Piccolo. Saggio-romanzo o romanzo-saggio, racconta l’epoca di un cinema che ancora aveva un ruolo nella storia culturale e politica del Paese; e lo fa mettendo appassionatamente tutto insieme: la precisione filologica della documentazione storica, il ritmo dinamico della fiction, parecchio “sano pettegolezzo” (non ancora “gossip”) da backstage, e anche, a tenere accesa la corrente tra il libro e il lettore, un bel po’ (anzi parecchio) di autobiografismo dell’autore io narrante.

In tutto questo Claudia Cardinale ha un ruolo centrale e, soprattutto, dmusa ispiratrice. È stata lei, sostiene Piccolo, a fargli scattare l’idea del libro: Teatro Ariston, Sanremo 2014, lui si trova lì come autore dei testi di Fazio, l’attrice è ospite, si incontrano, parlano di cinema, la Cardinale ricorda quando durante la lavorazione del Gattopardo e di , girati contemporaneamente nel 1963,  era costretta, come interprete di entrambi i film, a viaggiare continuamente da Roma alla Sicilia e viceversa; dal set di Fellini a quello di Visconti (nessuno dei due registi, che si sono odiati a lungo senza rivolgersi la parola per anni, la voleva mollare), cambiando colore di capelli da un giorno all’altro, neri per Visconti, schiariti quasi biondi per Fellini.

Quest’immagine ha lavorato nella testa del Piccolo scrittore e sceneggiatore fino a diventare uno dei primi episodi del libro. Che, da lì in avanti trascina il lettore nel flusso di innumerevoli retroscena. Per dire: il ballo del Gattopardo doveva essere una mazurka, solo che Burt Lancaster, cowboy americano tramutato nel principe siciliano Don Fabrizio aveva un ginocchio dolorante pieno d’acqua e non poteva fare il “saltello”, per cui… fu valzer… e se la Cardinale non si vede nella famosa passerella finale dei personaggi di  è perché non era arrivata in tempo sul set romano dalla Sicilia, c’ era stato uno sciopero del traghetto o forse il maltempo.

Il ballo de Il Gattopardo

E così via, sul filo conduttore delle vite parallele dei due set rivaleggianti: coincidenze, dispetti, inciampi burocratici, pene d’amore di questo o quello, “l’amante segreta di tutta la vita di Fellini“ (diciamolo una volta per tutte: non era Sandra Milo…) e lo struggimento di Visconti per la storia ormai finita con Alain Delon, eccetera. Comunque, per caso o per destino, capitava che ogni cosa che riguardava il set di uno dei due finisse in qualche modo a riflettersi sull’altro, in una sorta di rapporto simbiotico tra due registi totalmente diversi tra loro, che stavano creando, ognuno di suo, due film diversamente “autobiografici”: Fellini parlando apertamente di sé, e Visconti, mostrando la tristezza del Principe di Salina, presago dell’imminente sopravvento della borghesia incarnata da Angelica, svelava la propria tristezza per la decadenza del mondo al quale apparteneva.

Due film destinati a dare una svolta al cinema italiano sconcertando la politicizzata critica culturalcinematografica del tempo. Piccolo è prodigo di informazioni sulle fonti che lo hanno ispirato:tanto cinema, tanti libri, da La famiglia Manzoni di Natalia Ginzburg (Einaudi 1983 e 2016) fino a Yoga (Adelphi 2021) di Emmanuel Carrère, cruda narrazione della depressione profonda dello stesso Carrère che tuttavia ha fornito al nostro l’energia per scrivere questo libro. Che è una miniera di informazioni: potrebbe persino essere consigliato agli allievi delle proliferanti Scuole di Cinema (scoprirebbero tra l’altro che per anni è esistita una sola “sceneggiatrice-donna” che si chiamava Suso Cecchi d’Amico), nonché delle proliferanti Scuole di Scrittura.

Intanto, mentre viene comunicata la nomina di Francesco Piccolo a direttore della Sezione Cinema del prossimo Salone del Libro di Torino, Netflix annuncia per il 2024 la serie in sei puntate del nuovo Gattopardo, con Kim Rossi Stuart nei panni di Don Fabrizio principe di Salina e Deva Cassel, prole di Monica Bellucci e dell’ex marito Vincent, nel ruolo di Angelica. Prossimamente sui nostri teleschermi.

Nella foto di apertura, Cardinale e Mastroianni in

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