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Allonsanfàn

“Io rimo per un altro secolo”. La voce di Amelia Rosselli, una sera, a teatro

Le parole, certo. Parole sghembe, scomposte e ricomposte, anarchiche, ipnotiche, sciamaniche, storpiate, quei “lapsus” come li definiva Pasolini (apprezzandoli), nella babele di idiomi che è la lingua poliglotta di Amelia Rosselli, esule peregrinante da un continente all’altro per gran parte della sua vita: “bisogna accogliere con simpatia il disordine delle parole” diceva. Ma, ancora prima delle parole, ci arriva …

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