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Fondazione Prada, Finite Rants: Kluge e gli altri sul web rifanno La Jetée

All’inizio, c’è una sorta di UFO, il cortometraggio La Jetée, fantascientifico photo-roman sperimentale costituito da una sequenza filmica e una serie di fotogrammi statici.

Segue la sfida, lanciata a una serie di artisti contemporanei, cineasti ma non solo: confrontarsi con l’UFO, quest’opera frammentaria e vertiginosa, incubo e storia interiore “di un uomo ossessionato da un’immagine della sua infanzia”.

Finite Rants, progetto curato da Luigi Alberto Cippini e Niccolò Gravina per Fondazione Prada, dal 25 giugno 2020 propone una serie di 8 saggi visuali, postati a ritmo mensile sul sito della Fondazione e sui social connessi.

I primi autori coinvolti sono il regista e scrittore tedesco Alexander Kluge in coppia con il fotografo giapponese Satoshi Fujiwara, il regista francese Bertrand Bonello e l’economista svizzero Christian Marazzi.

L’idea, secondo i curatori: “analizzare questioni sociali, politiche e culturali emerse nel nostro presente e normalmente affrontate dai mezzi d’informazione con un approccio documentaristico”.

“Attraverso la realizzazione, il montaggio e la post-produzione di immagini e materiali visivi grezzi, eterogenei e di diversa provenienza, gli autori sono in grado di esprimere visioni e poetiche personali che coinvolgono lo spettatore in un ruolo attivo e riflessivo”.

Detto altrimenti, ognuno rifarà nel saggio video una sua Jetée. Quella originale, del 1962, firmata dal francese Chris Marker, è famigerata tra i cinefili anche per aver fornito l’anima al cult movie L’esercito delle dodici scimmie di Terry Gilliam.

Marker, sponda sinistra della Nouvelle Vague assieme a Resnais e Varda, inscena in un mondo post nucleare un viaggio nel tempo, fissato a un’immagine dell’aeroporto di Orly, coinvolti una donna misteriosa e un uomo che muore… Qui potete vedere il photo-roman in versione integrale.

La Jetée

Il video essay Warewolves Playoffs di Kluge e Fujiwara è un accumulo di veloci visioni, irriducibile a un senso condiviso, poiché cinema e fotografia si accumulano e confondono – il fotografo sperimentale giapponese lavora su sequenze del tedesco.

Quello del regista Bonello, invece, remixa con dedica alla figlia gli ultimi minuti della sua pellicola del 2016 Nocturama, che aveva per tema attentati terroristici a Parigi.

Marazzi crea un’immaginaria trasmissione informativa paneuropea, dedicata ai risvolti economici, finanziari e sociali dell’emergenza sanitaria… Ma guardate voi.

Bertrand Bonello

Nota a margine Alexander Kluge (1932) è un maestro del cinema tedesco apprezzato in Italia ben prima che nascesse il nuovo cinema dei Fassbinder e dei Wenders. Partecipa però al film corale del 1978 Germania in autunno (Deutschland im Herbst), racconto del cupo clima instauratosi negli anni del terrorismo, culminato nei suicidi/omicidi di Stammheim. I titoli più noti di Kluge restano Artisti sotto la tenda del circo: perplessi (ispirato da Heinrich Böll) e Le occupazioni occasionali di una schiava, che trattava in un crudo bianco e nero il tema dell’aborto.

Nel 2017, Kluge è stato tra i protagonisti di una complessa mostra veneziana, sempre griffata Prada, a Ca’ Corner della Regina: riflessione transmediale, divisa con Anna Viebrock e Thomas Demand, partiva (per preveggenza?) da una tela di Angelo Morbelli raffigurante gli ospiti del Pio Albergo Trivulzio, Giorni… Ultimi! (1883).

Per un equivoco, i vecchi raffigurati erano stati confusi con marinai. Donde il titolo del progetto, tratto da Leonard Cohen, The Boat is Leaking. The Captain Lied.

Nella foto di apertura, un fotogramma di Kluge e Fujiwara

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