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Torregrossa, nel giallo condominiale tocca al portiere

Il primo merito da ascriversi a Giuseppina Torregrossa, scrittrice palermitana con una lunga residenza a Roma, è quello di aver “inventato” per Marsilio una categoria di gialli inedita: il giallo condominiale.

Dopo il progenitore della serie, Morte accidentale di un amministratore di condominio, che ci ha introdotto nel 2021 alle avventure dell’umanissimo ispettore del commissariato romano Medaglie d’Oro Mario Fagioli (detto ironicamente dagli infidi colleghi Il Gladiatore), eccolo qui, ancora in azione, il più “scaciato” segugio in forza alla Polizia di Stato in Italia.

Stavolta superstar è un altro must della saga che ha avviato l’autrice, tanto che il titolo è: Chiedi al portiere. E Fagioli pure in quest’occasione letteralmente inciampa in un caso paradossale, ad alto tasso di donne coinvolte, una più eccentrica, improbabile, subdola dell’altra, sbattendo il naso nella soluzione del caso quasi fortuitamente. Perché l’ispettore è, in salsa ironica, un uomo senza qualità e la sua autrice ne descrive i molti vizi (assolutamente venali) e le poche virtù, suscitando per lo più simpatia nel lettore verso questo personaggio creato per essere un sassolino che s’insinua fra gli ingranaggi degli avvenimenti.

chiedi al portiere marsilio torregrossa
Immaginatevelo, un lungo-celibe orfano di una madre iper-presente e chioccia, cuoca sopraffina, appassionato consumatore di quel concentrato ferale di calorie che è la focaccia romana, grondante grasso come il più untuoso degli alimenti: Mario Fagioli, in qualche modo il Calimero del Commissariato, sguazza in uno stato di paria, usato per lo più per il disbrigo delle pratiche noiose.

Lui, pur evocando presunti successi contro la ’ndrangheta, durante il suo periodo di servizio in Calabria, lustri fa, si è adagiato in questa situazione che, a suo modo di vedere, dovrebbe condurlo, lemme lemme, verso la pensione.

Una situazione di comodo che già nel primo episodio del serial letterario aveva subito uno scossone per l’entrata nella sua vita di Lidia, donna bella e volitiva – noi donne li adottiamo sempre questi pulcini zoppi, colpa di un senso della maternità allargato che ci obnubila la mente – cuoca sopraffina e “panterona” fra le lenzuola, con un fornitissimo banco di frutta e verdura al mercato rionale. Un vero scossone per l’ormai incalzante andropausa dell’ispettore.

In questo secondo libro, li troviamo ormai coppia convivente, con il protagonista che tenta di risollevarsi dalle incrostazioni delle più pigre abitudini da scapolo, premiato da Lidia con manicaretti che manco mammà (Mario evita di formulare questo pensiero blasfemo, ma il suo stomaco no) e coiti fantasiosi, tali da risvegliare il suo sonnecchiante testosterone.

Mario torna sul luogo del delitto, quello del condominio dove aveva relativamente risolto il primo caso (già che vi trovate, divertitevi a leggere anche il primo libro), quello dell’amministratore, un episodio che, però, non gli aveva fruttato i risultati di carriera che si era immaginato, anzi.

Si trova a fronteggiare ben due reati: la misteriosa morte di una ex insegnante vessata dal marito truffaldino, madre di un’amica di Lidia, che non è convinta che si tratti di un evento naturale, in un’indagine ufficiosa piuttosto torbida, e il crimine denunciato in Commissariato, ossia l’aggressione al buio di una star della tv del dolore e della vita patinata, che assomiglia assai, fatemelo dire, a Barbara D’Urso.

Tutto ciò avviene nella fatale via dei Minimi 59, presunta zona Monte Mario, quella dell’amministratore mort’ammazzato e dell’opaco portinaio rumeno.

Con più fortuna (diciamo così) che perizia e il vantaggio di avere già un quadro delle distorsioni mentali dei condomini, l’ispettore Fagioli pare essere arrivato alla soluzione dei due casi.

giuseppina torregrossa
Giuseppina Torregrossa

“Pare”, ma non spoilererò così, per ambizione di primeggiare, il meccanismo perfetto messo in piedi da Giuseppina Torregrossa, narratrice superlativa, capace di creare situazioni in cui l’ironia sottile, molto siciliana, ci restituisce personaggi così umani.

Il libro. Giuseppina Torregrossa Chiedi al portiere (Marsilio)

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