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Allonsanfàn
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Di fianco a Robin Hood c’è sempre Alan Hale

Rufus Edward Mackahan capisce molto presto di non avere la faccia dell’eroe. E neppure quella del cattivo. Ma questo ragazzone nato a Washington DC nel 1892 impara a conoscere bene l’industria del cinema – in fondo sono quasi coetanei – e sa che sul grande schermo l’eroe ha sempre bisogno, oltre che di un nemico e di una ragazza da salvare, di un amico fidato, che naturalmente sia meno forte e meno bello di lui. Così decide che quello sarà il suo ruolo. In questo modo Alan Hale – come comincia a farsi chiamare quando debutta in The Cowboy and the Lady, uno dei tanti film perduti di quell’età pioneristica – rinunciando a un promettente avvenire da cantante d’opera, si ritaglia un proprio spazio nella storia del cinema, in una carriera che dal 1911 al 1950 lo vede impegnato in ben duecentotrentacinque film, mai da protagonista. E per nove film anche dietro la macchina da presa.

Hale in una foto promozionale del 1921

C’è un personaggio in particolare che caratterizza la vita artistica di Alan, quello di Little John, il fedele compagno di avventure di Robin Hood. Alan interpreta questo ruolo nel 1922, poi nel 1938 e infine nel 1950, nell’ultimo film che riesce a girare, poco prima di morire. E ventitré anni dopo, nel dare la propria voce al personaggio del film di animazione della Disney, Phil Harris rende omaggio all’attore scomparso, ricalcandone l’accento. Perché ormai nell’immaginario di alcune generazioni di spettatori americani Little John è Alan Hale.

Il film muto del 1922 che noi conosciamo con il titolo Robin Hood è il primo lungometraggio dedicato all’eroe di Sherwood. Prima di questo film ce ne sono stati già cinque, ma tutti cortometraggi. Ormai il cinema è cresciuto, il pubblico vuole storie con trame più articolate e soprattutto vuole vedere sul grande schermo i propri beniamini: è nato lo star system. E infatti il titolo con cui è registrato ed è pubblicizzato il film è Douglas Fairbanks in Robin Hood. Il divo del muto vuole assolutamente fare questo film – è un sogno che culla da anni – e ne cura tutti gli aspetti. Fairbanks è nella squadra degli sceneggiatori, lo produce e lo distribuisce attraverso la United Artists, che ha creato qualche anno prima con Charlie Chaplin, David Wark Griffith e sua moglie Mary Pickford. Fairbanks è uno degli attori più potenti dell’industria del cinema e ha l’ultima parola su ogni decisione. Sceglie come regista l’esperto Allan Dwan – che accetta come compenso il cinque per cento sugli incassi, una novità per Hollywood – e incarica Victor Schertzinger di scrivere la colonna sonora: Victor nel 1935 otterrà l’Oscar per la colonna sonora di One Night of Love, nella prima edizione in cui viene introdotta questa categoria.

Fairbanks as Robin Hood

Douglas vuole che il suo film su Robin Hood sia memorabile. Da produttore comincia a preoccuparsi quando iniziano ad arrivare i conti delle scenografie disegnate dall’architetto Lloyd Wright, il figlio di Frank, e dallo scenografo Wilfred Buckland – storico collaboratore di DeMille e il primo di questa professione a ottenere il proprio nome nei titoli di testa – e realizzate da una squadra di oltre cinquecento carpentieri e falegnami. Nel Pickford-Fairbanks Studio vengono costruiti un enorme castello e l’intero villaggio di Sherwood, mentre per gli esterni vengono scelte quattro diverse location. La lavorazione del film richiede quasi un anno e i costi superano il milione di dollari: per gli anni Venti una cifra enorme, che comunque viene ampiamente ripagata dal successo al botteghino.

Nel cast figurano l’attrice di origine australiane Enid Bennett, il canadese Sam de Grasse nel ruolo del Principe Giovanni e Wallace Beery in quello di Riccardo Cuor di Leone. Per il ruolo di Little John viene scelto il trentenne Alan Hale, che si è fatto conoscere in diversi film della Biograph, in The Four Horsemen of the Apocalypse, il grande successo di Valentino, e come Torvald in A Doll’s House, con la diva Alla Nazimova come Nora.

La sua interpretazione in questo successo gli offre una discreta notorietà. Per Fairbanks, che negli anni Venti fa sognare il pubblico americano interpretando Robin Hood, D’Artagnan, Zorro e che i giornali chiamano “The King of Hollywood”, il passaggio al sonoro segna la fine della carriera. Altri attori prenderanno quel titolo. Invece Alan resiste, ha una bella voce e un’importante presenza sulla scena. Magari non sarà protagonista, ma lui continua a lavorare.

Errol Flynn e Olivia de Havilland in Captain Blood

A metà degli anni Trenta la Warner Brothers decide che finalmente il sonoro deve avere il “suo” Robin Hood. Il film è in programma dalla fine del 1934 con James Cagney nel ruolo del protagonista, ma l’attore proprio quell’anno rompe il contratto con lo studio e così la Warner decide di aspettare, anche perché nella scuderia dello studio ci sono due giovani attori che potrebbero essere perfetti. L’australiano Errol Flynn è arrivato da poco a Hollywood dal Regno Unito: è bello e ha l’aria spavalda da seduttore, sa destreggiarsi con la spada e cavalca molto bene, può diventare il nuovo Fairbanks. Ha anche lo stesso brutto carattere. L’inglese Olivia de Havilland, dopo la buona prova in A Midsummer Night’s Dream di William Dieterle e Max Reinhardt, con quegli splendidi occhi scuri, è la nuova stella su cui la Warner decide di puntare: può essere la nuova Mary Pickford, insieme ingenua e determinata (si può cliccare su de Havilland per una deviazione su quel Sogno di celluloide, ndr).

Proprio nel 1935 esce il primo film in cui i due attori sono insieme e protagonisti, Captain Blood, diretti da Michael Curtiz. Il film, un classico del genere cappa e spada, in cui Flynn interpreta il ruolo di un medico diventato pirata, è un successo che supera le aspettative della Warner, il pubblico adora Errol e Olivia e ama vederli insieme. Sono perfetti per i ruoli di Robin e di Marian – tra l’altro Olivia sa cavalcare altrettanto bene come Errol – e si può aspettare anche un paio d’anni, quando saranno entrambi liberi da altri impegni. Così per The Adventures of Robin Hood si ricostituisce la squadra del film precedente: Curtiz dirige Errol Flynn e Olivia de Havilland, con Basil Rathborne, come nell’altro film, a fare il “cattivo” Guy di Gisborne. A completare il cast un altro eccellente attore inglese, Claude Rains, nel ruolo del Principe Giovanni.

Flynn as Robin Hood

A metà del 1937, quando tutti gli attori sono pronti, a tre mesi dall’inizio delle riprese, i produttori capiscono che a questo punto il loro Robin Hood deve essere non solo il primo a parlare, ma anche il primo in Technicolor. La Warner decide di spendere, di fare un grande film. La pellicola costa due milioni di dollari: lo studio non ha mai speso tanto per un film. Naturalmente su qualcosa si cerca di risparmiare. Nel film di Fairbanks il primo scontro tra Robin e Guy di Gisbourne e la prima scintilla del suo amore per Marian avviene durante un torneo. Si vorrebbe ripetere quella scena, anche se sarebbe molto costosa. Curtiz suggerisce che andrà bene anche un banchetto: basterà il Technicolor a rendere il primo momento in cui i tre personaggi sono insieme una scena indimenticabile. E il regista di origini ungheresi mette tutto il suo mestiere per realizzare un grande film. Anche grazie a The Adventures of Robin Hood diventa uno dei registi più famosi e pagati di Hollywood, ottenendo un meritato Oscar per la regia di Casablanca nel 1944.

Per le riprese in esterna vengono scelti alcuni dei luoghi in cui sono state girate le scene di Douglas Fairbanks in Robin Hood. Quel film è così famoso che il bosco di Bidwell Park è ormai conosciuto come Sherwood Forest.

La musica è stato uno dei motivi di successo del film di Fairbanks e la Warner vuole che sia lo stesso anche per quel nuovo film che stanno producendo. In quelle settimane il compositore Erich Wolfgang Korngold è in Austria a dirigere un’opera e la Warner gli chiede in maniera molto insistente di comporre le musiche per il nuovo film, come ha fatto per Captain Blood. Erich pensa che quella storia non sia nelle sue corde, ma i produttori sono sempre più pressanti. A questo punto il musicista accetta l’incarico, senza un contratto, si prende una settimana di tempo e se quello che farà non sarà soddisfacente si sentirà libero di rinunciare al progetto. Ma Korngold sa anche che l’Anschluss è alle porte e per lui, che è di origine ebraiche, continuare a vivere nel suo paese sarà molto pericoloso. Per completare la partitura si trasferisce negli Stati Uniti e non ritornerà in Europa fino alla fine della guerra. Comunque sia nata, la colonna sonora di The Adventures of Robin Hood è bellissima, un poema sinfonico, che richiama Puccini e Mahler. Korngold ottiene giustamente l’Oscar per questa colonna sonora, che viene eseguita anche in forma di concerto. John Williams cita proprio questo lavoro di Korngold come fonte d’ispirazione per le musiche di Star Wars.

Per i ruoli dei Merry Men la Warner chiama alcuni dei migliori caratteristi che ha sotto contratto. Will Scarlet è l’inglese Patrick Knowles, bello e scanzonato, spesso impegnato negli anni successivi nel ruolo del secondo protagonista maschile. Per il ruolo di Frate Tuck c’è Eugene Pallette, specializzato nel ruolo del milionario grassottello. Quando c’è da scegliere l’interprete di Little John non ci sono dubbi: deve essere Alan Hale.

Dopo il fortunato film di Fairbanks, Alan ha recitato in tanti film, molti non particolarmente memorabili e alcuni entrati nella storia del cinema: It Happened One Night di Frank Capra, Fog Over Frisco con una splendida Bette Davis, Stella Dallas con Barbara Stanwyck. Prima del film su Robin Hood, Errol Flynn e Alan Hale hanno già lavorato insieme in The Prince and the Pauper – anche in questo cast c’è Claude Rains – e insieme gireranno in tutto quattordici film. In Adventures of Don Juan interpretano rispettivamente Don Giovanni e Leporello. In quattro di questi film – Dodge City, The Private Lives of Elizabeth and Essex, Santa Fe Trail e Thank Your Lucky Stars – c’è anche Olivia. Sono nove i film in cui ritorna la coppia Flynn-de Havilland per la gioia dei rotocalchi e dei produttori.

Hale in Santa Fe Trail (1940). Ci sono anche Flynn e Reagan

Alan lavora molto, gira molti film e registra anche alcuni brevetti. Inventa una sedia scorrevole per permettere agli spettatori di scivolare indietro senza alzarsi quando i ritardatari arrivano al cinema e a teatro. Nel 1950 la Columbia decide di produrre un nuovo film dedicato agli eroi di Sherwood, per sfruttare la popolarità dell’astro emergente John Derek. La storia è ambientata alcuni anni dopo rispetto al film di Curtiz: Riccardo è morto durante la crociata e Giovanni è diventato re. Contro il suo progetto di aumentare le tasse per finanziare la creazione di un esercito mercenario, il figlio di Robin Hood mette insieme i vecchi compagni del padre che, nonostante gli anni passati, riescono a sventare i piani del re, che alla fine del film sarà costretto a concedere la Magna Charta. Rogues of Sherwood Forest, diretto dal veterano Gordon Douglas, è un film che rischiamo di dimenticare se non per l’interpretazione di Alan Hale, che riprende per la terza volta – e dopo ventotto anni – il ruolo di Little John.

È il suo ultimo film: nel 1950, a causa di un disturbo al fegato, Alan Hale muore. Lascia la moglie, Gretchen Hatrmann, una celebre attrice dell’età del muto. Si sono conosciuti sul set e si sono sposati nel 1914. Gretchen dopo sessantasette film, decide, come tante altre, di lasciare il cinema nel momento in cui si diffonde il sonoro. E lascia anche tre figli, tra cui Alan Hale Jr, che segue le orme del padre. Il figlio di Little John diventa famoso grazie alla televisione: è Jonas Grumby, detto Skipper nelle novantanove puntate della serie Gilligan’s Island. Anche lui è un caratterista che lavora tanto al cinema: tra i molti ruoli è Porthos in The Fifth Musketeer del 1979. Quarant’anni prima suo padre ha interpretato lo stesso ruolo in The Man in the Iron Mask.

Ci sono film che entrano nella storia e ci sono film che diventano leggende. Alan Hale ha avuto la fortuna – una fortuna ampiamente meritata grazie al suo lavoro – di essere nel cast di uno di questi ultimi. Perché The Adventures of Robin Hood è il film che consegna nell’immaginario di tante generazioni, compresa la nostra, Robin, Marian, Little John e tutti gli allegri compari di Sherwood.

Le scene e i costumi di questo film vengono citati, imitati, falsificati, tutte le volte che si torna a raccontare la storia. In Rabbit Hood Bugs Bunny incontra il personaggio che ha gli inconfondibili tratti di Errol Flynn, mentre in Robin Hood Duffy è proprio Daffy Duck a diventare l’eroe di Sherwood, con Porky Pig nella parte di Frate Tuck. E anche Pippo diventa Robin in Goofin’ Hood & His Melancholy Men. Mel Brooks saccheggia a piena mani dal film di Curtiz, come ha fatto qualche anno prima Danny Kaye.

Chiudete gli occhi e pensate a Robin Hood. Non vi verranno in mente i costumi certo più storicamente corretti di Kevin Costner o Russell Crowe, ma l’improbabile calzamaglia verde di Errol Flynn (continua… sì, la storia non finisce qui. Nellattesa, potete leggere ancora di de Havilland as Melania, ndr)

  • Luca Billi ha pubblicato il romanzo Anything Goes (Villaggio Maori Edizioni), tra i cinque migliori libri musicali del 2022 per il premio CartaCanta. Ora Anything Goes è anche uno spettacolo teatrale, per saperne di più qui

Credit: Errol Flynn di twm1340 è concesso con licenza CC BY-SA 2.0. Olivia de Havilland and Errol Flynn in the film trailer for Captain Blood, 1935. Public Domain. Douglas Fairbanks as Robin Hood; a screenshot from the American film Robin Hood (1922).

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