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La fotografia degli anni 80 e 90 al Castello Campori di Soliera

Una mostra che racconta la fotografia italiana tra gli anni 80 e 90. Con immagini che rappresentano un periodo storico articolato, carico di trasformazioni tecnologiche e formali. È Il linguaggio delle immagini, esposizione a cura di Marcella Manni, promossa dal Comune di Soliera e dalla Fondazione Campori e allestita al Castello Campori di Soliera, in provincia di Modena.

Da Luigi Ghirri a Marina Ballo Charmet, da Franco Vaccari a Paola di Bello, da Olivo Barbieri a Guido Guidi, da Gabriele Basilico ad Alessandra Spranzi, da Mario Cresci a Silvio Wolf, sono più di 60 le opere esposte.

l linguaggio delle immagini Soliera Spranzi
ALESSANDRA SPRANZI Tornando a casa #20 1997 24,5 x 36,5 cm Stampa cromogenica
©Alessandra Spranzi, Courtesy Collezione Donata Pizzi

La fotografia è stata profondamente influenzata dallo sviluppo tecnologico. Il periodo tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio dei Novanta ha impresso una forte accelerazione da un punto di vista tecnico, prima con la diffusione di Internet e dei computer e poi del supporto digitale.

Sperimentazione, individuazione di un linguaggio personale, militanza politica e attivismo: la ricerca artistica di quegli anni conserva la spinta, mai esaurita, delle esperienze concettuali e anticipa, impiegando le evoluzioni tecnologiche, molta della ricerca attuale, soprattutto sul piano teorico. Ogni artista interpreta in modo personale la ricerca: l’accostamento delle opere in mostra – libero da un criterio cronologico – consente di leggere questo passaggio da diversi punti di vista.

Il linguaggio delle immagini Soliera Barbiera
OLIVO BARBIERI Modena 1994 Dalla serie Ersazt Lights Stampa a getto d’inchiostro su carta Hahnemuhle 47,5x 62,5 cm ©Olivo Barbieri, Courtesy Fototeca Panizzi, Reggio Emilia.

Paolo Gioli ha impiegato la tecnica di trasposizione della polaroid su carta per concentrare lo sguardo su frammenti di corpi, in una citazione della scultura classica. Luigi Ontani gioca con riferimenti visivi, culturali, storici e mitologici, protagonista eclettico e mai risolto di autoritratti raffinati e ironici. I lavori di Guido Guidi, Vittore Fossati, Gabriele Basilico, Vincenzo Castella sono frutto del lungo progetto di committenza Archivio dello Spazio, campagna di mappatura e documentazione del territorio della provincia di Milano tra il 1987 e il 1997. Il colore domina la selezione di Illuminazioni artificiali di Olivo Barbieri, monumentalità e architettura urbana tra Oriente e Occidente, Andrea Abati compie una sperimentazione del paesaggio urbano, tra passato, presente e futuro con la serie Luoghi del mutamento.

Il linguaggio delle immagini Soliera Guidi
GUIDO GUIDI Milano 1998, Corso di Porta Ticinese 1998 50 x 40 cm Stampa cromogenica su carta © Guido Guidi, Città metropolitana di Milano / Museo di Fotografia Contemporanea, Milano-Cinisello Balsamo

Silvio Wolf allestisce per le sale del Castello Campori il lavoro Muro d’Icone, Marina Ballo Charmet esplora e testa con Bretagna rappresentazione della luce e del paesaggio attraverso sequenze di minimi scostamenti. Gli interni domestici di Alessandra Spranzi sono solo apparentemente abitati da volti sereni e atmosfere armoniose, Paola De Pietri ricerca la propria identità in autoritratti privi di referenti.

Appropriazione e citazione: Mario Cresci rende omaggio ad artisti, più o meno esplicitamente, tramite un processo di riscrittura e manipolazione; il lavoro di Franco Vaccari è testimoniato in mostra con Modena vista a livello di cane, sintesi di rigore formale, libertà e disincanto nell’uso della macchina fotografica.

5. Il linguaggio delle immagini Soliera Basilico
GABRIELE BASILICO Cassano d’Adda. Diga 1987 40 x 50 cm Gelatina bromuro d’argento carta © Gabriele Basilico/Archivio Gabriele Basilico – Città metropolitana di Milano / Museo di Fotografia Contemporanea, Milano-Cinisello Balsamo

«Questo progetto di mostra esplora “Il linguaggio delle immagini” con riferimento a un arco temporale preciso» spiega la curatrice Marcella Manni «e si pone l’obiettivo, certo non esaustivo quanto di prelievo, quasi di “carotaggio”, di raccogliere, presentare e mettere a confronto opere e autori che in quegli anni hanno affrontato con la loro ricerca, le sfide dell’avanzamento tecnologico e allo stesso tempo affinato e precisato un proprio linguaggio, estetico e formale”.

Le opere in mostra provengono da collezioni, tra cui il Museo di Fotografia di Cinisello Balsamo e la Fototeca della Biblioteca Panizzi di Reggio Emilia, oltre a gallerie e collezioni private. Accompagna l’esposizione una pubblicazione, edita da Metronom Books, che raccoglie il corredo iconografico e le interviste ad alcuni tra artisti, collezionisti, curatori, protagonisti della scena artistica: Olivo Barbieri, Matteo Balduzzi, Vittoria Ciolini, Ettore Molinario, Mario Trevisan, Silvio Wolf.

 

La mostra. Il linguaggio delle immagini. Fotografia in Italia tra gli anni 80 e 90, a cura di Marcella Manni, promossa dal Comune di Soliera e dalla Fondazione Campori, con il sostegno della Regione Emilia-Romagna e della Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi, il contributo di Le Gallerie, Banca Generali Private – Marco Ferrari Private Banker, Granarolo.

Fino al 7 gennaio 2024 a Soliera (Modena) al Castello Campori. Ingresso gratuito. Orari cliccando qui

  • Immagine in apertura: ANDREA ABATI I Luoghi del Mutamento, Prato, via Bettino 1991. Stampa Lambda su carta tipo C da negativo analogico, cm 60×75 forex, passpartout, cornice e vetro cm. 103×103 © Andrea Abati, Courtesy Dryphoto arte contemporanea.
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