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Afghana. A Venezia la mostra sui bambini che Emergency aiuta a nascere

Storie di mamme e dei loro bambini. E storie di giovani donne che hanno potuto realizzare il sogno di diventare infermiere e dottoresse in un Paese complesso come l’Afghanistan. Fino al 14 aprile a Venezia (Giudecca 212) le testimonianze e i volti delle donne del Centro di maternità di Emergency in Panshir sono i protagonisti della mostra Afghana della fotografa Laura Salvinelli.

Gli scatti raccontano le dottoresse, le infermiere e le pazienti che hanno partorito nel centro di Emergency dedicato alla maternità. Nel viaggio fotografico si incontrano i volti di Zarghona, sorridente dopo aver dato alla luce il primo figlio maschio; di Kemeya, alle prese con il suo quinto cesareo; delle nomadi Kuchi, durante uno dei loro passaggi stagionali nella Valle. E ancora di Asuda, che grazie a Emergency ha potuto studiare e diventare ostetrica; di Marja, che ha iniziato a lavorare in Afghanistan con l’organizzazione fondata da Gino Strada nel 1999; di Monika e Keren, medical coordinator e ginecologa, che esprimono tutta la loro felicità per i tanti bambini che hanno visto nascere.

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Nella sala operatoria del Centro maternità di Anabah, Panjshir, la medical coordinator Monika Pernjakovic e la ginecologa Keren Picucci.

Laura Salvinelli è di casa in un Paese «che è il luogo della mia anima» spiega. Ma casa è anche «l’impegno di Emergency contro la guerra e in difesa dei diritti umani».

Per il reportage sul Centro di maternità ad Anabah, nella Valle del Panshir, «ho lavorato in un contesto in cui fotografare le donne è un tabù e mi sono caricata del ruolo dell’elefante in un negozio di cristalli. Ho combattuto per mostrare nel nostro mondo le foto del parto, che violano un altro tabù, quello del sangue della vita e del corpo reale delle donne. Mi sono posta in continuazione la domanda di tutti i fotografi: se sia giusto entrare nell’intimità degli altri. Credo che la risposta, sempre diversa, dipenda da perché e da come si fa: l’importante è che quella domanda lavori dentro di noi».

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Un parto gemellare.

In Afghanistan la mortalità materna è 99 volte più alta di quella in Italia e il tasso di mortalità infantile 47 volte superiore: una donna su 14 muore per complicazioni legate alla gravidanza, mentre un bambino su 18 non sopravvive ai primi 5 anni. Ciò anche a causa della difficoltà di accesso alle cure mediche, alle resistenze di famiglie motivate da tabù culturali e religiosi, ai costi da sostenere e alle distanze da percorrere. Tante e drammatiche le cause che hanno ridotto in povertà milioni di persone: quarant’anni di guerre, il ritorno dei Talebani al governo, la siccità, la svalutazione della moneta, l’aumento del prezzo di beni di prima necessità come cereali e carburante, il blocco dei circuiti bancari, l’embargo internazionale, l’emergere di bisogni sanitari nuovi.

Presente in Afghanistan dal 1999, Emergency lavora in due Centri chirurgici per vittime di guerra a Kabul e Lashkar-gah, in un Centro chirurgico e pediatrico, nel Centro di maternità nel Panshir e in 44 posti di primo soccorso.

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Zarghona, 20 anni, con il suo primo figlio Mustafa.

Non solo. «Emergency ha contribuito a dare forma e sostanza a un nuovo ruolo delle operatrici sanitarie nella regione» dice la presidente Rossella Miccio. «Oggi le donne che lavorano con noi non sono più semplicemente “eccezioni tollerate” ma stanno diventando membri rispettati dalle loro comunità, promotrici di cambiamento ed esempio per il superamento dei modelli tradizionali».

Il Centro di maternità del Panshir, aperto nel 2003 e intitolato a Valeria Solesin, vittima nell’attentato al Bataclan di Parigi nel 2015, resta l’unica struttura specializzata e gratuita della zona che permette alle donne la formazione necessaria per diventare infermiere, ginecologhe, ostetriche. E garantisce alla popolazione femminile di partorire in un ospedale sicuro. Sono oltre 7mila i parti ogni anno: a oggi sono nati più di 76mila bambini.

La mostra Afghana è aperta nella sede di Emergency a Venezia (Calle Fondamenta S. Giacomo 212, Giudecca) dal mercoledì al venerdì dalle 11 alle 16 fino al 14 aprile. L’ingresso è gratuito. Ѐ possibile concordare altri giorni e orari di visita scrivendo a infovenice@emergency.it.

Tutte le foto pubblicate qui e scattare nel Centro maternità di Emergency a Anabah, Panjshir, Afghanistan, sono di Laura Salvinelli.

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