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Allonsanfàn
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Libri per resistere alla crisi. Noi freelance digitali

È nella crisi che emerge il meglio di ognuno, perché senza crisi tutti i venti sono solo lieve brezze. Parlare di crisi significa incrementarla e tacere nella crisi è esaltare il conformismo, invece, lavoriamo duro. Finiamola una volta per tutte con l’unica crisi pericolosa, che è la tragedia di non voler lottare per superarla.

Albert Einstein – 1929

Quasi cento anni e mai come ora questo aforisma di Einstein, contenuto nel suo libro Come io vedo il mondo, è parso così attuale.

La mia avventura come freelance comincia otto anni fa. Ultimo lavoro a contratto alla Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano. Poi un salto dalle guglie. Metaforico si intende!

Gli ultimi anni da dipendente li ho vissuti in sofferenza. Tutte quelle ore davanti al pc senza un perché mi stavano strette. Da anni sentivo crescere dentro di me il desiderio di far percepire agli altri un valore professionale che, spesso, non sentivo del tutto apprezzato.

Succede. Ma non può succedere che non te ne rendi conto e continui a tenere la testa sotto la sabbia. A un certo punto esplodi. Ecco l’origine del mio “sentire freelance”.

Poi gli anni di solitudine. La fatica, ma anche la costanza e la determinazione. Poi il primo piccolo network e infine la creazione di Freelance Network Italia, un gruppo esteso e contaminato di professionisti della comunicazione accomunati dalla partita Iva.

All’inizio era un manipolo di giornalisti messi insieme con certosina pazienza dopo un mio intervento in Regione in occasione del corso patrocinato dall’Ordine Regionale dei Giornalisti e organizzato da Fabio Benati “Voglio (devo) fare il freelance”. Era il settembre 2017.

Così avevo risolto il problema della solitudine, ma ancora vedevo progetti lasciati a metà, idee sparse, colleghi sempre più frustrati e sentivo il bisogno di mettere ordine e far crescere la voce dei freelance. Per riempire di valore un termine che all’estero è tanto valorizzato.

freelance digitale barbara reverberi

Ecco come nasce l’idea del mio libro Freelance Digitali (Maggioli) con la prefazione di Andrea Farinet, Presidente di Pubblicità Progresso, e i contributi di grandi donne e uomini del web.

Mancava un manuale che scattasse un’istantanea del lavoro. Che facesse capire com’era cambiato e continuava a trasformarsi sotto la spinta propulsiva della rivoluzione digitale.

Mentre facevo ricerche, leggevo webzine estere e vedevo quello che ancora qui non si percepiva: occorreva rivedere il concetto di posto fisso.

Nel frattempo è arrivata la pandemia. Risultato? Accelerazione della penetrazione del digitale, emergenza lavoro e una crescente preoccupazione per la disoccupazione.

Scenari di “lavoro agile”, “da remoto”, “digitale” sono temi forti nel libro e ne parlo proprio per dipingere uno scenario in evoluzione che, ai più attenti, lascia intravedere l’opportunità di reinventarsi.

Per chi è scritto? Freelance digitali è scritto per tutte quelle persone che sentono di voler raccogliere la sfida, anziché sedersi ad aspettare. Il lavoro, oggi, non si attende da una mano provvida, si cerca; e se non si trova, si crea.

Tuttavia, mi rendevo conto, mentre scrivevo, che avrei dovuto accompagnare queste stesse persone per tutto il percorso. Non potevo dare per scontato: che forma mentis serve per diventare freelance? Come si apre una partita Iva? Che regime fiscale si può avere? Come si fa un preventivo? Serve il contratto? Come dimostro la mia unicità? Come mi promuovo per farmi scegliere?

Sono partita dalle domande che ricevevo attraverso i social network. Richieste di aiuto di uomini e donne in difficoltà, che però avevano la forza di chiedermi come poter ripartire.

Ho sentito tutto il peso della responsabilità. Ho iniziato pensando ai colleghi giornalisti. A coloro che uscivano dalle redazioni e non sapevano davvero come andare avanti. Ho pensato ai giovani, tanto tecnologici eppure così acerbi nel loro grado di esperienza umana, oltre che professionale.

Ecco, volevo dare una mano. Offrire risorse disponibili e provate nell’esperienza. Dico spesso che avrei voluto un mentore, quando ho cominciato. Invece ho imparato sui miei fallimenti.

Barbara Reverberi, giornalista, digital mom e podcaster, 16 anni ufficio stampa della Fondazione D’Intino, 18 mesi alla Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano, poi freelance. Nel 2017 ha creato Freelance Network Italia. News per Freelance è il suo podcast. 

credit foto in apertura: “Idea a Start up: Cómo llevar tu idea a la realidad” by campuspartymexico is licensed under CC BY 2.0

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