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Allonsanfàn
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Il cardinale diavolo. Baldassarre Cossa e un saggio di Baldi sui papi efferati

Ci sono libri che ti vengono incontro quasi per caso. Per un lavoro di ricerca su Baldassarre Cossa (papa al conciliabolo di Pisa, privato della mitria al concilio di Costanza) ho costruito una bibliografia che, in ultimo, considera un voluminoso tomo di Mario Prignano basato sugli atti del concilio di Costanza (Edizione Morcelliana) e una mia monografia sulla vita del Cossa (Robin Edizioni). Uscirono entrambi nel 2019, a distanza di pochi mesi (il mio per primo) per il 600° anniversario della scomparsa di questo papa ridotto a cardinale dal successore Martino V, ma inserito dal Vaticano nell’elenco degli antipapi solo nel 1947 talché Angelo Roncalli nel 1958 ne poté prendere il nome: Giovanni XXIII.

Questo l’antefatto. E siccome quei due libri sono così recenti, pensavo fosse finita lì finché nel gennaio 2020 è uscito L’isola ribelle. Procida nella tempeste della Controriforma (autore Giovanni Romeo, editore Laterza) che ho inserito anch’esso nella bibliografia perché questa bellissima isola (capitale della cultura europea nel 2022) è il luogo da cui parte l’avventura di Baldassarre Cossa in Europa conclusasi con la sua morte a Firenze nel 1419, passando per Costanza, mentre i fuochi della lotta fra Riforma e Controriforma stavano per investire l’intero continente. In proposito ci sarebbe molto da dire, ma su questo tema mi fermo qui.

Riparto, invece, da quando ho detto all’inizio e, cioè, che ci sono libri che ti vengono incontro quasi per caso (ripeto: quasi), perché mi è stato fatto intenzionalmente dono di un libro: Dino Baldi, Vite efferate di papi, Quodlibet, anno 2015. Capirete subito il perché e come, di mezzo, ci sia una simpatica burla: il titolo non poteva che indurmi a pensare di trovarci Baldassarre Cossa alias Giovanni XXIII e, invece, non ve ne trovai traccia benché, ai suoi tempi, il Cossa fosse decaduto dal soglio per il costume e una condotta dissoluta di vita sebbene, a Firenze, alla morte, fosse stato commissionato, per onorarlo, un sepolcro monumentale realizzata da Donatello con l’aiuto di Michelozzo.

Quel sepolcro si trova ancora nel battistero di piazza san Giovanni, davanti al duomo e al campanile di Giotto, con scolpito il titolo e lo stemma pontificale di Giovanni XXIII perché tale rimase quel Baldassarre Cossa che arrivò fino a noi col soprannome di “cardinale diavolo”. Diciamo, allora, che Dino Baldi gli rende giustizia perché nelle 499 pagine del suo libro avrebbe potuto inserirlo tra le vite più efferate, ma non lo fa avvertendoci fin dal prologo che non solo sarebbe arrivato fino a Pio IX evitando di affrontare la storia più recente ma anche che, in fondo, non è necessario elencare tutti i pontefici, perché un papa è insieme un po’ Cristo e anticristo.

“Da sempre” precisa “viene rappresentato [così il papa, ndr], perché non sfugge che il seggio di Pietro è ambito da molti e in primo luogo dal diavolo, perché anche Gesù ama ostentare qualche volta la propria natura selvaggia. Come quel giorno che mentre tornava da Betania maledì un fico e lo fece seccare perché non aveva frutti da offrirgli; o quando arrivò in barca nei paesi dei Geraseni, e gli si fece incontro un uomo di nome Legione posseduto dai demoni che viveva nelle tombe e vagava nudo nei deserti. Cristo fece uscire i diavoli dal corpo di Legione, e subito i porci si lanciarono nel lago e affogarono”.

“E quando gli abitanti videro quello che era successo” prosegue Dino Baldi “andarono da Gesù, si inginocchiarono e lo pregarono di andare via, perché quel rimedio era peggiore del male e loro avevano paura. È inutile allora girarci intorno” conclude l’autore, “tutto il papato fin dal principio è così, selvaggio, smisurato, senza forma, e nella storia della Chiesa è pressoché impossibile trovare un papa che non lo sia allo stesso modo, anche quando manchi l’inclinazione personale che pure in molti fu evidentissima”. Non vi viene, a questo punto, voglia di leggere il libro? Fatelo, ma solo se per queste materie avete inclinazione.

Resta il fatto che l’autore (il suo nome completo è Giuseppe Dino Baldi) è filologo classico, traduttore e curatore dell’Anabasi di Senofonte, autore di altri saggi in materia e, sempre per Quodlibet, ha raccontato un viaggio in Grecia (Oracoli, santuari e altri prodigi, anno 2013) assieme alla fotografa Marina Ballo. Due ultime righe infine su Quodlibet che è una casa editrice estranea alle grandi company in cui, ormai, si concentra l’editoria maggiore. Fu fondata nel 1993 da un gruppo di allievi del professor Giorgio Agamben, ha sede a Macerata e resiste e insiste su un gamma che va dalla saggistica e, partendo dai classici, via via fino alla letteratura di qualità.

IL LIBRO Dino Baldi, Vite efferate di papi, Quodlibet

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