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Allonsanfàn
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Le ferite sconfinate che ci contengono tutti. 14 racconti (da leggere adagio) per Msf

Nel libro dedicato ai 50 anni di Medici senza Frontiere non si nomina mai Medici senza Frontiere. Non una riga, non una parola che richiami la più grande organizzazione umanitaria indipendente, premio Nobel per la pace nel 1999, che dà assistenza medica di emergenza a milioni di persone in situazioni di crisi.

Eppure, nei quattordici racconti che compongono Le ferite, da pochi giorni in libreria per Einaudi, emergono le tante sofferenze – sì, è più giusto chiamarle ferite – che gli operatori umanitari “curano” nel loro lavoro quotidiano. Quelle che, in qualche modo e almeno in parte, segnano anche la vita di ciascuno di noi.

Questo libro non è.

Non è facile. E io l’ho letto un po’ “annaspando”, ritrovando nelle quattordici storie passi della vita mia e di tanti che ho incrociato sulla mia strada. Passi che non sempre è così semplice ricordare, riaffrontare, rileggere.

Non è un libro che si legge in una sera. Anche se i quattordici racconti “scappano via” in qualche ora. La sofferenza per le ferite va fatta sedimentare.

Non è celebrativo, anche se l’ho pensato in prima battuta, io che ai libri celebrativi guardo con un po’ di diffidenza.

Questo libro è.

È coraggioso. Perché in questi tempi anche solo dedicare un volume a una Ong che si occupa degli ultimi, là dove gli ultimi sono italiani ma pure stranieri, è audace, tenuto conto di quanto ogni giorno siamo costretti ad ascoltare da sovranisti e qualunquisti.

È forte. E la sua forza è proprio quella di raccontare le ferite, ricordandoci, sottotraccia, che sono quelle di tutti. Il razzismo e il rifiuto dell’altro, le violenze domestiche, i femminicidi, ma anche la solitudine di chi affronta per la prima volta una malattia seria, il dover convivere con il male che ci è stato fatto come con quello che abbiamo fatto noi, la nuova prospettiva per guardare il dolore, nel Mediterraneo come in una pandemia.

Lo fanno le sette scrittrici e i sette scrittori che firmano l’antologia. Rammentandoci ogni qualche manciata di pagine che forse noi qualche strumento per guarire certe ferite lo abbiamo mentre altri non ce la farebbero mai, senza l’aiuto di persone come quelle di Msf.

50 anni Msf
Ebola (Photo by John Moore/Getty Images)

Quest’anno Medici senza Frontiere festeggia i suoi 50 anni. È stato fondato nel 1971 in Francia con l’obiettivo di curare, salvare vite ma anche denunciare, per volontà di un gruppo di medici e di giornalisti che avevano vissuto, alla fine degli anni Sessanta, la tragedia del Biafra e del suo milione di morti per fame.

Dice la presidente di Msf Italia Claudia Lodesani: «Cinquant’anni fa un manipolo di medici e giornalisti ha intrapreso una nuova strada nell’umanitario fatta di rotture col passato e visione del futuro. Ancora oggi, quello che facciamo è prima di tutto curare ferite, del corpo e dell’anima. Ma dietro ogni ferita c’è la gioia di ogni guarigione. Questo bellissimo progetto di Einaudi e i racconti degli scrittori e delle scrittrici aiuteranno il pubblico a riflettere sul dolore e sul bisogno di portare aiuto, anche quando è lontano e non si vede».

Le ferite, einaudi, 50 anni medici senza frontiere

Gli autori dei racconti sono Marco Balzano, Diego De Silva, Donatella Di Pietrantonio, Marcello Fois, Helena Janeczek, Jhumpa Lahiri, Antonella Lattanzi, Melania G. Mazzucco, Rossella Milone, Marco Missiroli, Evelina Santangelo, Domenico Starnone, Sandro Veronesi e Hamid Ziarati. Tutti hanno interpretato il tema della ferita – provocata o sanata – in modo diverso. C’è chi ha scelto una via civile, chi un tono intimo. E chi, come Marco Missiroli, il cui racconto chiude l’antologia, ricorda che «Alcune ferite sono così sconfinate da contenerci tutti. Ci contiene tutti la lettera di Samir, ragazzo di 20-25 anni, scritta alla sua amata prima di imbarcarsi dall’Egitto. La teneva custodita in una busta di plastica». Gliela hanno trovata addosso, quando hanno ripescato il suo cadavere nelle acque di Pozzallo.

“Non siamo sicuri che le parole possano salvare delle vite, ma sappiamo con certezza che il silenzio uccide”: è stata la risposta di Medici Senza Frontiere alla consegna del Premio Nobel per la Pace nel 1999, in riconoscimento del lavoro umanitario pionieristico. Lo ricorda Caterina Bonvicini, curatrice del volume. Io vi ricordo che Le ferite non è un libro facile. Però è da leggere. Perché è bellissimo.

Il libro.  AA.VV. Le ferite (Einaudi)

 

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