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Allonsanfàn
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Per immagini. Con Lorenzo Ghetti su un ascensore verso lo spazio

Passi tutto il liceo aspettando una vita diversa e l’idea di un posto nuovo, nuovo davvero, mi piaceva. Aspetti che finisca perché vuoi qualcosa di più, vuoi andare oltre, e improvvisamente ti mettono su un ascensore verso lo spazio!” In alto abbastanza, Lorenzo Ghetti

Agate è una comunità altamente tecnologizzata, progressista ed ecologica costruita da una multinazionale appena oltre l’orbita terrestre.

I suoi abitanti (100mila) sono stati selezionati scrupolosamente poiché devono aderire a uno stile di vita etico e solidale: per esempio niente stoviglie usa e getta ma un bicchiere pieghevole che ciascuno deve portare con sé; niente assorbenti che inquinano parecchio ma coppette mestruali. Tra i fortunati “cittadini” c’è Ana, un’adolescente come tante. O meglio: come tante prima di essere scelta tra migliaia di studenti diciottenni per trasferirsi nella stazione spaziale. La sua candidatura l’ha presentata senza troppa convinzione, seguendo i compagni di classe. Eppure è proprio lei la prescelta. Ma cos’ha Ana di speciale? Cosa fa di lei un’eletta, un’elevata senza periodo di prova? Non riesce a immaginarlo (no, non è falsa modestia la sua). Questo interrogativo, questa tensione lieve eppure profonda è un elemento centrale di In alto abbastanza, graphic novel di Lorenzo Ghetti, da poco uscita per Coconino Press.

L’autore pisano, classe 1989, non è nuovo all’esplorazione e alla narrazione sensibile e accurata del tempo dell’adolescenza, con le sue complessità, energie, ombre e luci. Così come è spesso oggetto del suo sguardo il mondo tecnologico e fantascientifico, non solo come argomento di studio e narrazione ma anche di concreta sperimentazione – già nel 2014, insieme a Carlo Trimarchi e Mauro Nanfitò, ha dato vita al progetto To Be Continued, una serie a fumetti digitale, un Web Comic “che racconta di dubbi, frustrazioni, speranze e, a volte, di superpoteri”.

La tecnologia su Agate è una presenza inevitabilmente pervasiva, fatta anche di auricolari capaci di trasformare le pareti in schermi, di un anello che rende i gesti attivazioni, e di un braccialetto che completa il kit AI. In compenso le emozioni e le relazioni che nutrono questa storia restano estremamente umane: il contrasto uomo-tecnologia (e le sue implicazioni etiche) non è esasperato, risultando per certi versi ancora più perturbante. Infatti quella che crea Lorenzo Ghetti è una realtà fantascientifica vicina a un’idea di futuro prossimo, un futuro che in buona parte già ci riguarda o che possiamo aspettarci. E questa verosimiglianza, insieme a personaggi costruiti con cura ed empatia, alla scelta di una palette di colori accogliente, al tratto morbido dei corpi e dei baloon, alla pagina caratterizzata da differenti ritmi interni, come differenti sono le situazioni narrate, rendono ancora più coinvolgente l’esperienza-lettura. Alcune tavole richiedono di essere guardate ruotando il libro: i protagonisti stanno affrontando il viaggio di elevazione verso la stazione spaziale e anche il lettore cambia assetto con loro.

Ma Ana, ora che vive su Agate, è felice? Ana è felice di essere protagonista dell’intervista intitolata “La nuova stella di Agate”? Come la fa sentire aver lasciato la famiglia e gli amici terrestri e averne trovati di nuovi nello spazio? Quella che sembra la realizzazione di un sogno (forse non proprio personale, e anche questo è uno spunto interessante di riflessione) comincia ad assumere altre sfumature, che la porteranno a compiere scelte importanti.

In alto abbastanza è una storia di crescita e ricerca della propria identità in cui le difficoltà e gli ostacoli permettono ai protagonisti di far emergere le proprie potenzialità e di mettere a fuoco i propri desideri. Una bella storia di presente e futuro, ma anche di identità e comunità.

IL LIBRO Lorenzo Ghetti, In alto abbastanza (Coconino Press)

Francesca Scotti chiacchiera con Lorenzo Ghetti al Salone del Libro, venerdì 15 ottobre. Info, qui

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