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Allonsanfàn
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The White Lotus 2. Il resort dei cliché incrociati

Italian dream. Dalle Hawaii a Taormina, l’ormai celebre resort fake ma in quanto falso più vero del vero approda in Sicilia col suo circo che si prevede itinerante almeno per una terza stagione, svelando ai nostri italici occhi l’idea che dell’Italia hanno un gruppo di storyteller riuniti a Park Avenue: il Bel Paese del Sole Mio dove se esci dal resort ti aspetta una Vespa a noleggio per rivivere il sogno di Gregory Peck e Audrey Hepburn su strade deserte e colli con panoramici scorci e se ti alzi presto a fare jogging ti puoi godere l’incanto senza che ti rubino l’iPod perché a quell’ora nessuno lavora e nemmeno s’industria a borseggiare l’ingenuo turista, la Mafia c’è of course ma è solo un percorso turistico ricalcato sulla rappresentazione di Coppola. Tanto valeva restare a bordo piscina o sulla sdraio in riva al mare nella spiaggia protetta almeno lì hai la certezza d’essere in vacanza senza essere mai partito. E gli italiani?

Le ragazze si prostituiscono per comprarsi i vestiti di Liu.Jo o in ossequio all’italica furbizia per rubare il posto al pianista di piano bar dove si intonano canzoni americane per compiacere la clientela, ma la colonna sonora è ferma agli anni Settanta (con De André buttato dentro alla cazzo per dimostrarsi eruditi tra i suggerimenti di Spotify: Mina, Paoli, la Vanoni e la Carrà), o tubano innocenti col fidanzato concierge, o sono sprovvedute ex ragazze ormai ultra cinquantenni che non hanno ancora scoperto la loro identità sessuale. Gli uomini ovvio sono latin lover ma del genere imbranato, più Lando Buzzanca che il Lando dei fumetti, oltre la mezza età ma sempre arrapati come da commedia sexy e si chiamano Rocco anche se parlano con la voce del presidente del Senato e comunque la maggior parte degli eterni nullafacenti che aspettano in gruppo le turiste davanti al Duomo di Noto e non staccano loro gli occhi di dosso, o per ribaltare il cliché appartengono al generone palermitano di ex nobilastri decaduti senza un soldo ma con le ville e lo yacht epperò riuniti in una gang di gay efferatissimi (ma quando mai!).

E gli americani a questo punto per non essere da meno e buttarla in caciara? Coppie open mind ma sull’orlo di scoppiare, startupper malati di porno, mogli evolute grazie al personal trainer, ragazzette cozze vestite alla Gen Z, tutti con tanti dollari pronti per ogni passatempo e munifici al punto di concedere libero accesso agli extra dell’hotellerie (ci sarà il topper sui materassi matrimoniali nelle suite con ingresso in comune?) o accrediti sui conto correnti pur di trasformare il loro sogno italiano in realtà, anche quando l’incubo è palese, generazioni di maschi con l’Achilles’ cock che si voltano in simbiosi a guardare il culo dell’ultima bella sicula all’aeroporto. Ma girarsi a guardare il culo non si è sempre detto essere prerogativa degli italiani al Jimmy Kimmel Live!?

  • Per altri (S)visti di Gabriele Nava, qui.
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