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Allonsanfàn
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Fenoglio contemporaneo. A margine della mostra ad Alba

A proposito della mostra “Canto le armi e l’uomo-100 anni con Beppe Fenoglio” che si è appena chiusa ad Alba.

Un tuffo nella qualità artistica e nella storia di uno scrittore unico, di una fase temporale rilevante per il nostro Paese: la Resistenza e la ricostruzione. Nelle otto sezioni e sale tematiche della mostra, dense di proposte e di immagini, di messaggi ed emozioni, di documenti e reperti famigliari, si è trovato un Fenoglio completo e più vicino, dialogante nella sua contemporaneità. La mostra è stata curata, allestita ed è ospitata dalla Fondazione Ferrero di Alba, con segretario generale Bartolomeo Salomone. È stata progettata e seguita dal punto di vista scientifico da Luca Bufano, con l’allestimento di Danilo Manassero e il coordinamento operativo di Edoardo Borra.

Si sono incrociati documenti autografi (manoscritti e dattiloscritti), immagini fotografiche e audiovisive (foto di partigiani delle Langhe, dell’aeroporto anglopartigiano di Vesime, di agenti e ufficiali delle missioni inglesi paracadutate, del comandante Pierre Piero Ghiacci), opere d’arte (testi teatrali e frammenti immagini di film), manifesti e altri oggetti tra cui libri e cimeli (il cappello militare della marina del comandante Nord Pietro Balbo, la carabina americana M1-30 di Fenoglio partigiano, il foglio matricolare di Beppe, la macchina da scrivere Olivetti Studio 44). Esplicita è stata l’attenzione multimediale, come pure la cura dell’atmosfera cromatica delle pareti e delle sale in perfetta sintonia con i contenuti fisici delle medesime. Non è stata solo una mostra, ma una grande e profonda riflessione sulla persona e sulle opere di Fenoglio, con tutti i risvolti letterari ed editoriali, umani e collettivi, storici e di respiro culturale e sociale. Osservando e metabolizzando i pannelli e le documentazioni proposte, ha trovato conferma la corretta lettura del pensiero e opera di Fenoglio: lo scrittore albese scelse sempre e mai assistette agli eventi; con coraggio, si impegnò per riscattare la libertà che il regime fascista aveva fortemente limitato, per riscattare la precarietà della sua terra. Un mix esplicito di letteratura, tensione ideale e impegno civile.

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Mostra Alba Beppe Fenoglio
Beppe Fenoglio alla scrivania_foto di Aldo Agnelli_archivio Centro Studi Beppe Fenoglio

Pietro Chiodi, docente prima al liceo classico Giuseppe Govone di Alba e poi docente di Filosofia della Storia all’Università di Torino, fu insegnante e amico di Beppe Fenoglio. Nell’ottobre 1939, ricorda Chiodi appena giunto nel liceo di Alba, l’insegnante di italiano Leonardo Cocito (partigiano, impiccato dai tedeschi nel 1944) invitò gli allievi, su disposizione del ministero della cultura fascista, a comporre un tema elogiativo della marcia su Roma. Chiodi notò in prima fila un giovane annoiato, con un foglio bianco di fronte, braccia conserte. Non scriveva affatto. Chiodi lo sollecitò, ma nulla. Coinvolse anche il prof. Cocito. Irremovibile, foglio bianco. Era Beppe Fenoglio.

Dopo la maturità e qualche esame a Lettere di Torino, Fenoglio scelse l’esercito italiano, la scuola ufficiali a Ceva e a Roma, per non farsi coinvolgere dal fascismo. Per avversità al fascismo scelse l’esercito regio che gli parve ancora un’isola distintiva.

Più tardi, scelse ancora la non adesione ai bandi di reclutamento della RSI; si oppose, si nascose, fu renitente. Partecipò all’assalto alla caserma dei carabinieri e al carcere di Alba per liberare i genitori che erano stati arrestati come ricatto per reclutare i figli al fascio.

Infine, scelse l’adesione alla Resistenza. Nei primi mesi del ‘44 condivise le prime formazioni partigiane spontanee e garibaldine fra Mombarcaro e Murazzano nell’Alta Langa, poi aderì organicamente alla II Divisione Langhe degli Autonomi con Piero Balbo Poli e Nord e Piero Ghiacci Pierre, concluse con alcuni mesi nel Monferrato quale ufficiale di collegamento con le missioni inglesi paracadutate e le brigate partigiane, fino alla Liberazione.

Mostra Fenoglio Alba
Beppe Fenoglio in Langa_foto di Aldo Agnelli_archivio Centro Studi Beppe Fenoglio

Dal 1939 al 1945, Fenoglio fu antifascista diretto, senza esitazione e senza approdi ideologici di parte, né a destra e né a sinistra. Il suo fu un antifascismo di testimonianza e di credo culturale e sociale, di scelta individuale e di riscatto dell’umanità disprezzata dal regime.

Dopo la Liberazione, Fenoglio visse la grande e importante parentesi temporale della scrittura, della narrazione, della produzione letteraria in gran parte edita dopo la sua morte. Anche qui nessun dubbio. Antifascismo sempre, pur nutrendo una iniziale simpatia per la Resistenza partigiana autonoma e monarchica-badogliana. Negli anni, si avvicinò al pensiero e opzione socialista (come socialista era il padre Amilcare) e social-democratica, ma sempre schierato convintamente con la Resistenza e con l’antifascismo. Tutte le sue opere hanno questo imprinting dell’impegno per il superamento della severa esperienza fascista in Italia.

Fenoglio letto oggi, capito oggi, risolverebbe molte delle contraddizioni e delle strumentalizzazioni culturali e storiche.

L’originalità e la capacità arricchente di Fenoglio non stanno solo nella scrittura, nella tensione ideale e narrativa, nella profondità delle opere. Fenoglio è letto, amato, seguito, rappresentato e evocato in musica, teatro e nella convegnistica perché è atemporale, è sempre attuale; perché suggerisce e forma un pensiero libero e identitario.

Nelle pagine di Fenoglio dominano la vita, l’esperienza personale, i valori della terra d’origine, l’ambiente, la comunità dei pochi ma veri, l’amore autentico e anche difficile, il confronto amaro del particolare contro i sogni; la durezza della lotta partigiana con le sconfitte e gli ideali perenni.

In Fenoglio troviamo il confronto diretto con la storia, con le vicende umane e resistenziali; non abbiamo narrazioni ispirate, ma rigore e autenticità dei fatti.

Lo scrittore non è stato solo albese, per vita e formazione; ha vissuto la Resistenza fra le sue Langhe prima e nel Monferrato poi come ufficiale di collegamento fra le formazioni partigiane e le missioni inglesi e americane.

Leggendo le sue pagine si coglie il rigore dell’ispirazione, la tecnica della scrittura molto nuova e ricca di riferimenti passati e di neologismi. Fenoglio parla oggi una lingua sempre contemporanea e mai consueta, una lingua ricca di emozioni e di contenuti.

Nelle pagine di Fenoglio troviamo il singolo partigiano che affronta il fascista, la famiglia e il paese collinare che lo ospitano; troviamo il paesaggio che sembra parlare, troviamo la voglia di cambiamento, di ribellione verso il potere degenerato; rinveniamo lo spirito di gruppo dopo decenni di arroganza elitaria del super uomo fascista.

Ecco perché Fenoglio è attuale e contemporaneo.

Il suo partigiano è protagonista di una ribellione individuale contro il potere dell’ignoranza e della banalità, contro una dottrina assertiva e senza dialogo, contro l’organizzazione pervasiva che priva ogni libertà. Il partigiano di Fenoglio non risponde ai bandi della RSI e sceglie la formazione nella Resistenza; è l’uomo che vuole costruirsi il proprio futuro, che vuole ridisegnare una società diversa; è l’uomo che cerca uno sbocco esistenziale nuovo e che vuole veder vincere i principi e non i privilegi.

Il partigiano di Fenoglio non è isolato, ricerca l’aiuto delle missioni inglesi e americane, attraversa il territorio, collega comune e comune, vive giorno per giorno, verso la Liberazione.

Anche per Fenoglio, la Resistenza non fu scelta di una parte politica, ma grido di ribellione di molta gente, di una intera collettività, di giovani e genitori, di studenti e docenti, di ex militari e carabinieri, di operai e contadini, di uomini e donne.

La Resistenza fu espressione della sete di nuova cultura, di nuova emancipazione dalla guerra e dalla povertà indotta dal regime; il partigiano di Fenoglio ha studiato, si è impegnato, non si è arreso al destino, ma ha voluto costruirsi il proprio destino.

Favretto Fenoglio Il riscatto della libertà

Di Sergio Favretto è uscito ad aprile Beppe Fenoglio Il riscatto della libertà (Falsopiano)

Foto in apertura: @silviamuratore

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