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Allonsanfàn
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Le grandi foto di Robert Capa in mostra a Rovigo e a Milano

Due grandi mostre, per raccontare quello che il Picture Post definì il più grande fotoreporter di guerra del mondo, autore di un modo completamente nuovo di fare fotogiornalismo. Sono dedicate all’opera di Robert Capa, nato a Budapest nel 1913, fondatore nel 1947 con Henri Cartier-Bresson e David Seymour dell’agenzia Magnum Photos, le rassegne Robert Capa, l’opera 1932-1954”, fino al 29 gennaio a Rovigo, a Palazzo Roverella, e Robert Capa. Nella storia, fino al 19 marzo al Mudec di Milano.

“Robert Capa, l’opera 1932-1954”, Rovigo Palazzo Roverella

Le immagini della guerra hanno creato la sua leggenda. Ma non solo. Sono 366 le fotografie selezionate dagli archivi dell’agenzia Magnum Photos che ripercorrono la carriera di Robert Capa nella mostra “Robert Capa, l’opera 1932-1954” a Palazzo Roverella a Rovigo.

La rassegna non è pensata solo come una retrospettiva della sua opera, ma ha l’obiettivo di rivelare, attraverso le immagini, un personaggio passionale che non ha mai esitato a rischiare la vita per i suoi reportage. “Se le tue fotografie non sono all’altezza, non eri abbastanza vicino” era il suo motto. Morirà in Indocina nel 1954, ferito da una mina antiuomo mentre stava documentando la guerra al fronte.

Robert Capa Rovigo
Francia. Normandia. 6 giugno 1944. Truppe statunitensi attaccano Omaha Beach durante lo sbarco in Normandia. ©Robert Capa © International Center of Photography / Magnum Photos

Capa ha sempre manifestato un temperamento da giocatore, ma un giocatore libero. La mostra riunisce in occasioni diverse più punti di vista dello stesso evento, come a riprodurre un movimento di campo-controcampo, e restituisce un respiro cinematografico spesso percepibile in molte sequenze.

«Per me, Capa indossava l’abito di luce di un grande torero, ma non uccideva; da bravo giocatore, combatteva generosamente per se stesso e per gli altri in un turbine. La sorte ha voluto che fosse colpito all’apice della sua gloria» scrisse di lui Henry Cartier-Bresson.

Nove le sezioni tematiche della rassegna. Le fotografie degli esordi (1932 – 1935), La speranza di una società più giusta (1936), Spagna: l’impegno civile (1936 -1939), La Cina sotto il fuoco del Giappone (1938), A fianco dei soldati americani (1943 – 1945), Verso una pace ritrovata (1944 -1954), Viaggi a est (1947 – 1948), Israele terra promessa (1948 – 1950), Ritorno in Asia: una guerra che non è la sua (1954).

Nei reportage di Robert Capa esistono quelli che il fotografo e regista francese Raymond Depardon chiama “tempi deboli”, contrapposti ai tempi forti che caratterizzano le azioni; i tempi deboli ci riportano all’uomo André Friedmann (vero nome di Robert Capa), alla sua sensibilità verso le vittime e i diseredati, a quello che è stato il suo percorso personale dall’Ungheria in poi. Immagini che lasciano trapelare complicità ed empatia rispetto ai soggetti ritratti, soldati, ma anche civili, sui terreni di scontro. Così, sulla scia delle sue vicende umane, ricorre a più riprese il tema delle migrazioni delle popolazioni (in Spagna e in Cina, in particolare).

In esposizione anche le pubblicazioni dei reportage di Capa sulla stampa francese e americana dell’epoca; i suoi testi sulla fotografia, che toccano argomenti come la sfocatura, la distanza, il mestiere, l’impegno politico, la guerra; estratti di un film di Patrick Jeudy in cui John G. Morris commenta documenti che mostrano Capa in azione sul campo; la registrazione sonora di un’intervista di Capa a Radio Canada.

“Robert Capa. L’Opera 1932-1954”, a Rovigo, a Palazzo Roverella, fino al 29 gennaio, a cura di Gabriel Bauret, organizzato da Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo in collaborazione con il Comune di Rovigo e l’Accademia dei Concordi.

“Robert Capa. Nella storia”, Milano Mudec

Una personale che ripercorre i principali reportage di guerra e di viaggio che Capa realizzò durante vent’anni di lavoro, anni che coincisero con i momenti cruciali della storia del Novecento. Realizzata grazie alla collaborazione con l’agenzia Magnum Photos, la rassegna Robert Capa. Nella storia – curata appositamente per il Mudec – riunisce oltre 80 stampe fotografiche, alcune delle quali mai esposte prima in una mostra italiana, accompagnate da alcuni documenti d’epoca provenienti dalla collezione di Magnum. Robert Capa. Nella Storia racconta il Novecento attraverso i ritratti in bianco e nero e i reportage di guerra e di viaggio di un fotografo che fece conoscere al mondo non solo gli orrori e le miserie dei tanti conflitti armati del secolo scorso e i volti degli uomini e delle donne che fecero la Storia, ma anche la vita quotidiana fatta di momenti di gioia e voglia di riscatto, di presente e futuro, di realtà e di sogni delle persone comuni.

Mudec Robert Capa
Gente lungo una strada fiancheggiata da edifici distrutti a Berlino, Germania, agosto 1945 © Robert Capa © International Center of Photography/Magnum Photos.

Attraverso sette sezioni e con un percorso diacronico vengono raccontati i più importanti reportage in bianco e nero realizzati da Robert Capa, dagli esordi a Berlino e Parigi (1932-1936) alla guerra civile spagnola (1936-1939); dall’invasione giapponese in Cina (1938) alla seconda guerra mondiale (1941-1945); dal reportage di viaggio in Unione Sovietica (1947) a quello sulla nascita di Israele (1948-1950), fino all’ultimo incarico come fotografo di guerra in Indocina (1954), dove troverà la morte.

L’azione – con tutta la sua dinamicità e forza propulsiva – spicca tra gli scatti come un fil rouge, che si dipana anche nei ritratti presenti in mostra, volutamente pochi e scelti per ricordare al pubblico i volti della Storia – come quello di Trotsky ardente oratore – o della sua storia personale, come quello di Picasso, fotografato nel suo studio di Parigi dove era rimasto anche durante l’occupazione, e dell’amico Steinbeck con cui intraprese il viaggio oltre la cortina di ferro, nel 1947.

Capa credeva fermamente che la fotografia fosse una vera e propria arma per combattere i totalitarismi che dilagavano in Europa e nel mondo intero, mostrando dei conflitti non solo il volto eroico ma anche quello umano. Per Robert Capa il celebre “istante decisivo” è una questione d’istinto: spesso nel suo lavoro la tecnica e la composizione lasciano spazio a scatti imperfetti, fuori fuoco, ma intrisi di grande umanità grazie all’empatia creata con i soggetti fotografati, in particolare la gente comune, in cui spesso riconosceva il suo riflesso.

Robert Capa. Nella storia” a Milano, al Mudec, fino al 19 marzo, a cura di Sara Rizzo in collaborazione con Magnum Photos, prodotta da 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE, promossa dal Comune di Milano-Cultura. All’interno del bookshop della mostra è disponibile il volume Robert Capa. Nella Storia, edito da 24 ORE Cultura.

In apertura: Un contadino siciliano indica a un ufficiale americano la strada presa dai tedeschi. Presso Troina, Sicilia, 4-5 agosto 1943 © Robert Capa © International Center of Photography/Magnum Photos

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