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Allonsanfàn
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Il sesso e l’amore nei fumetti Disney

E dai, ammettetelo! Tutti noi cresciuti leggendo Topolino a un certo punto ce lo siamo chiesti: ma a Topolinia e Paperopoli lo fanno? Teoricamente sappiamo che la risposta è sì: se ci sono paperi e topi di tutte le età saranno stati pur concepiti in qualche modo, ma il dubbio può venire in una società cristallizzata in eterne fidanzate, dove non esistono figli, ma nipotini. Solo che gli indizi su come si venga al mondo da quelle parti sono nascosti sapientemente. Per i Paperi qualche volta si è visto un uovo, ma Minnie e Topolino? Sono mammiferi vocati alla riproduzione, dopo 95 anni dovrebbero avere circa 8.000 discendenti diretti.

A indicare l’elefante nella stanza (o meglio, il Topo in camera da letto) sono stati i “Ventenni che piangono sulla saga di Paperon de Paperone”. Un gruppo che ha reso evidente ciò che è noto da tempo: la passione per Topolino & derivati è un affare sempre più per un pubblico adulto. No, non nel senso di VM 18, ma diciamo che a collezionare Topolino sono gli stessi professionisti che da tempo regalano i kit Lego ai figli per montarseli loro. I Ventenni hanno avuto la lacrimosa rivelazione che non avrebbero mai abbandonato il settimanale, grazie alla saga di Don Rosa dedicata al papero più ricco del mondo. Un’epopea che riprende le storie di Carl Barks, l’inventore della maggior parte dei paperi disneyani.  Da allora si sono trasformati nei monaci del Nome della Rosa, ma con i classici Disney al posto dei testi di Aristotele. Leggono, catalogano e analizzano qualsiasi storia uscita sui loro eroi. Biografie degli autori, correlazioni di trama, incongruenze, paradossi, citazioni, non gli sfugge niente. Godetevi la loro pagina Facebook: un geniale compendio di vignette fuori contesto divise in rubriche giornaliere come #venerdìpaperoga (omaggio al personaggio più lisergico della banda Disney), #domenicainsultimemorabili (di solito quelli di Paperone al nipote) e #giovedìpiselloni (un cult di doppi sensi).

Ventenni Paperoni
La copertina di un numero di Cuore (allegato all’Unità) del 1990

Ora hanno prodotto questo corposo saggio intitolato Ventenni Paperoni che in copertina riporta la domanda autoreferenziale: “Ma leggi ancora Topolino?”. Il volume risulta firmato da Mattia Del Core, ma sappiamo per certo che centra anche Stefano Buzzotta, l’altro sodale del gruppo. Edito da NPE, con 24 Euro vi portate a casa un manuale di 335 pagine di filologia romanza disneyana.

Ventenni Paperoni sesso walt disney

È un lavoro profondo, spesso con i toni e il distacco professionale di una ricerca accademica, che usa Max Weber per spiegare il rapporto tra Paperino e il lavoro. Ogni personaggio ha il suo capitolo con decine di citazioni che ne illustrano la storia fumettistica e personale. Ma si sente che i Ventenni tifano per gli outsider come Paperoga e la sua felice stramberia che, sconvolgendo tutti i nostri piani, ci mostra che si può vivere alla giornata. Soprattutto amano Pippo, campione di un pensiero laterale con cui spesso arriva a conclusioni geniali, impossibili alla logica dello spocchioso Topolino.

Ma parliamo di quello che voi, cari pruriginosi lettori, volete sapere: le 50 pagine del capitolo “Il sesso e l’amore nei fumetti Disney”.  Ecco i punti più piccanti senza troppi spoiler:

  • Walt Disney aveva un personalissimo motivo per creare un mondo di zii e nipoti (oltre al fatto che togliere i genitori rendeva più semplice gestire i personaggi);
  • Pippo però fa eccezione: nella serie Ecco Pippo è un volenteroso padre single di un ragazzino di 11 anni con i suoi cromosomi. Diventa così di fatto l’unico personaggio principale della Disney ad avere ufficialmente fatto sesso;
  • ma non è detto! Anzi è probabile che anche Paperon De Paperoni e Doretta Doremì abbiano consumato. Un dialogo de La prigioniera del Fosso dell’Agonia Bianca non lascia molti dubbi in proposito. Per di più sarebbero andati avanti mesi in quella baracca solitaria tra le foreste del Klondike. La storia è un capolavoro della letteratura romantica, ma in effetti ci sarebbero almeno gli estremi per 3 o 4 capi di imputazione, dal sequestro di persona in giù:
  • Paperino non è del tutto fedele a Paperina, chiunque abbia letto le storie con Reginella gli consiglierebbe velocemente di dimenticare la papera stizzosa e rifarsi una vita. Ma alla fine torna sempre da Paperina e dai nipotini e a noi vengono i lacrimoni;
  • infine: “Bambini è ora che sappiate la Verità: Topolino tromba”. La frase, in realtà, è un titolo in prima pagina sul settimanale Cuore del febbraio del 1990 dove compare una vignetta di una storia di Topolino dal titolo Ho sposato una strega, scritta da Massimo Marconi e disegnata da Giorgio Cavazzano. Vignetta dove il Topo e una certa bionda Samantha si stavano svestendo in camera da letto dopo essersi uniti in matrimonio. La storia prendeva spunto dalla serie Vita da Strega e non avrebbe stimolato domande imbarazzanti di nessun bambino se non fosse stato per l’affondo dell’inserto satirico dell’Unità, poi ripreso da tutti i giornali italiani. La notizia finì per arrivare anche alla Disney in California che non la prese benissimo.

Disquisizioni sul sesso a parte, la bellezza del lavoro dei Ventenni è dimostrare una volta di più come l’interesse per Paperi e Topi disneyani sia così radicato nella cultura italiana al punto da diventare un potente background.  Di fatto chiunque sia minimamente appassionato di lettura si è formato su quelle storie. I loro protagonisti e le stesse città dove vivono, sono parte del nostro immaginario collettivo. Succede solo qui, dove le storie di Topolino & Co vengono pubblicate ininterrottamente ogni settimana da quasi 80 anni. Certo non siamo l’unica nazione dove si scrivono saggi sui fumetti Disney, ma siamo sicuramente l’unico popolo che si identifica in massa con Paperino.

Quindi Ventenni Paperoni vale l’acquisto, anche solo per premiare un lavoro di ricerca certosino spinto unicamente dalla loro passione. Ma se poi si vi avanza la curiosità di scoprire quanto sia profondo in noi quel legame con un mondo creato da tre generazioni di artisti (in buona parte italiani), allora cercate Mr Bin, il saggio di Giacomo Delbene e Mila Nikolić sull’architettura del deposito di Paperon de Paperoni (Maglio Editore); o viaggiate nelle strade attorno a esso con le piantine delle città disneyane di Dino Maucci, o ascoltate Sei mai stato a Paperopoli, il contributo dello scrittore Giorgio Fontana nell’archivio del Festival della letteratura di Mantova.

Sono esperienze che ci fanno capire anche quanto queste figure, con becco e orecchie giganti, siano completamente umane e reali, ma del resto Carl Barks disse che “non c’era differenza tra i miei personaggi e la vita che devono affrontare anche i lettori”. E, siccome tra gli aspetti più complicati della vita ci sono anche quelli orizzontali, possiamo capire perché abbiano bisogno di un po’ di intimità.

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