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Francesca d’Aloja scrive storie speciali di Corpi speciali

Corpi speciali è una raccolta di memorie e racconti dal vero di Francesca (Chicca) d’Aloja, scrittrice, attrice e regista. Qui gioca libera con gli incontri e gli agguati, gli innamoramenti e le curiosità del suo percorso, scegliendo tra alcune “vite maiuscole” i soggetti per altrettanti possibili romanzi. Comun denominatore: d’Aloja esce sempre dall’ambito del suo privato anche se da questo parte.

Può vantare di aver avuto per padre Vittorio Gassman (quasi padre, per 6 anni) e davvero per suocero Dino Risi, di aver conosciuto il prima e il dopo, la grazia e l’enigma di Laura Antonelli, e però non conviene lasciarsi sedurre dallo strato superficiale, più mondano, dei ritratti.

Vale la pena, invece, divertirsi con la varietà apparentemente casuale di questa galleria, seguire e assecondare l’acutezza di uno sguardo, condividere gli stop and go, le manie e le idiosincrasie della scrittrice, gli insight profondi e le chiacchiere futili, insomma il peregrinare della ”ragazza Chicca” che trova stile e misura dosando in prosa sentimento e capriccio. Seguendo una deliziosa avventatezza, l’insicurezza che diventa entusiasmo.

Il meglio per noi, alla spicciolata, ma ognuno troverà il suo: i quiz letterari a pranzo con un perfido Mattatore e la telefonata con Risi, vecchio e smagato, che confessa l’esigenza di vivere. Il ricordo del silenzioso regista Caligari. La storia di José Tomás, torero metafisico, ultimo dei grandi, nata da un colpo di fulmine per le corride che porta d’Aloja a riflettere su un rito di morte, e culmina con l’attesa davanti a un cancello che non si apre e con uno sputo.

Nell’arena di Nimes

E poi ancora. La visita alla figlia di Camus, Catherine, quasi un doppio del padre, che l’accoglie in una casa dove il tempo si è fermato. Le pagine sulla ragazzina romena Comaneci e quelle su Three old ladies, tra cui spicca Edith Bruck, scrittrice che sa come “la carta sopporta tutto”. L’avventura argentina che tra presente e passato rievoca le gesta di un musicista maudit, Luca Prodan, leader dei Sumo, gruppo rock ignoto da noi, mitico in America Latina.

La frase in cui sintetizzare il carattere dell’autrice e questo libro fatto di molta vita si trova qui. Scrive d’Aloja: “Io non rinuncio mai a un viaggio”. Sembra vero.

A margine. Secondo un tweet di Teresa Ciabatti: “Corpi speciali non è un libro di ritratti, ma un romanzo sulla ricerca del padre. I tentativi struggenti, l’amore a vuoto, la definizione di sé figlia, prima adolescente poi donna”. Sembra vero.

Se desiderate leggere altri romanzi di d’Aloja, consigliamo Il sogno cattivo (Mondadori 2007) e Anima viva (Mondadori 2015).

IL LIBRO Francesca d’Aloja, Corpi speciali, La Nave di Teseo

 

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