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Un mese per Primo Levi. Loewenthal: «È lui il canone della nostra memoria»

“Soltanto appropriandoci di quell’esperienza attraverso la voce di Primo Levi possiamo contribuire a che non accada mai più”. Il 27 gennaio è il Giorno della Memoria: al grande testimone di Auschwitz la Fondazione Circolo dei lettori di Torino, insieme al Centro Internazionale di Studi Primo Levi, dedica il progetto Io so cosa vuol dire non tornare.

Primo Levi sarà “presente” al Circolo per un mese intero, con incontri, ritratti, podcast, lezioni, letture, riflessioni dedicate a lui, alla sua voce, all’immenso patrimonio umano che ci ha lasciato.

«Ci manca la sua voce» commenta Elena Loewenthal, direttore della Fondazione Circolo dei lettori. «Così profonda da riuscire ad arrivare sempre al cuore delle cose. Anche, ma non soltanto, a quel cuore nero che è l’abisso della Shoah. Primo Levi è, ma soprattutto deve tornare a essere, il canone della nostra memoria, dello sguardo che, nell’orientamento ebraico del tempo, ha il passato davanti agli occhi e il futuro alle spalle. Perché ciò che è stato è in qualche misura conoscibile, mentre quello che è ancora da venire non possiamo saperlo ma soltanto imparare ad affrontarlo con gli strumenti che l’umana coscienza ha fatto propri nel corso della storia»

La voce di Primo Levi è necessaria a tutti. «Per come ha saputo disegnare la memoria e raccontarla. Per come ha saputo trasformarla in una lezione morale e in un percorso di conoscenza condivisa. Ascoltare Primo Levi significa confrontarsi con la ricchezza della sua produzione letteraria e artistica. Significa risentire la sua voce quando ci parla di Auschwitz, perché se comprendere è impossibile conoscere è necessario, come ripeteva lui».

Primo Levi
Primo Levi sul Grand Nomenon – massiccio del Gran Paradiso (1941, Archivio famiglia Levi)

Il programma, vastissimo, online sul profilo Facebook, sul sito e sul canale YouTube del Circolo dei lettori, prende il via il 14 gennaio con Annunciazione. Dodici poesie intorno ad Auschwitz selezionate da Domenico Scarpa e lette da Valter Malosti, regista, attore e direttore di TPE – Teatro Piemonte Europa.

Tra le tante altre iniziative (il programma completo cliccando qui) ci saranno poi le presentazioni di libri (L’immortale Bartfuss, Guanda, di Aharon Appelfeld; Auschwitz, città tranquilla. Dieci racconti, a cura di Fabio Levi e Domenico Scarpa per Einaudi).

Fabrizio Gifuni, leggerà una selezione di brani tratti da I sommersi e i salvati in dialogo con Ernesto Ferrero.  Lucilla Giagnoni interpreterà una selezione di brani tratti da La Tregua e da Se non ora, quando.

A partire da La chiave a stella e da Il Sistema Periodico Marco Belpoliti, Claudia Durastanti e Claudio Bartocci discuteranno sul rapporto fra letteratura e scienza.

L’11 febbraio ci sarà la lectio del premio Pulitzer per la narrativa Jhumpa Lahiri, oggi docente presso il Lewis Center for the Arts e la Princeton University.

Il 16 la conclusione affidata al dialogo tra Ann Goldstein, traduttrice dell’opera completa di Primo Levi in inglese, e Gian Luigi Beccaria, linguista, autore de I mestieri di Primo Levi (Sellerio).

Nella settimana del 27 gennaio, nella Galleria del Circolo dei lettori di Torino, sarà aperta la mostra Primo Levi. Momenti, una sequenza di scatti a cura di Guido Vaglio. La mostra sarà accessibile via web fino a quando non sarà possibile la visita in presenza.

«Io so che cosa vuol dire non tornare» dice Elena Loewenthal «deve significare che soltanto appropriandoci di quell’esperienza attraverso la voce di Primo Levi possiamo provare a fare in modo che non accada mai più».

Al progetto hanno collaborato Giulio Einaudi editore, TPE – Teatro Piemonte Europa, Comitato nazionale per le celebrazioni del centenario della nascita di Primo Levi, ministero dell’Istruzione, Fondazione Leonardo Sinisgalli, Comune di Novara e Comune di Settimo Torinese. L’immagine (in alto, sopra il titolo) è stata realizzata dall’illustratrice Giovanna Durì.

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