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Allonsanfàn
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Viaggi. Con Morgana e Ginevra ne Le nebbie di Avalon di Zimmer Bradley

Immagina di essere ancora negli anni Ottanta e di entrare in una vecchia libreria con la porta a vetri scricchiolante. L’aria dentro sembra avere una maggiore densità. La luce biancastra che entra dalle finestre opache di polvere è scomposta in minuscoli granelli di aerosol. Ti aggiri tra pile di grossi libri, chiedendoti perché non ti decidi ad andartene alla svelta. Vedi del fumo venire fuori da una vecchia poltrona arancione. Ti avvicini e noti un anziano signore, senza un filo di barba – i tempi degli hipster sono ancora lontani – che fuma una pipa. Si è appena voltato verso di te. I suoi occhi hanno sete di collirio per quanto arrossati e laceri. Gli domandi dove si trovi il genere fantasy. Ti va infatti di leggere una storia in cui ci sia della magia. L’uomo, senza modificare l’espressione del suo viso, ti dice che scendendo le scale nei sotterranei si trovano alcuni volumi che potrebbero interessarti. Annuisci e, ringraziando con un impercettibile cenno del capo, procedi verso le scale. Scendi i gradini che vedi a malapena. Ti ritrovi in un lungo corridoio pieno di scaffali. Sfogli alcuni titoli. Fai riposare i tuoi occhi su un dorso che recita: Le nebbie di Avalon Marion Zimmer Bradley. È il 1986, il romanzo è fresco di stampa.

Etichette sbiadite

Maneggi l’opera. Dalla quarta di copertina scopri che racconta le vicende del ciclo bretone, con Re Artù, Mago Merlino e Lancillotto. Non saranno però loro al centro della storia. Stai per leggere qualcosa di diverso dalle solite saghe cavalleresche.

Ti ricordi della regina Ginevra o di fata Morgana? Sono loro le principali protagoniste. Frugando nell’immaginario collettivo, ricordi che la prima è bella e fedifraga, la seconda bruttina e cattiva. Sai che invece c’è molto di più? Non solo etichette incollate alla buona. Assisterai a un moltiplicarsi di aggettivi: sagge, perdute, forti, impaurite, docili, indomite, sciocche. Si può forse andare oltre le veloci definizioni, rallentare, conoscere, per approdare alla parola “persona”?  

Camelot non fu costruito in un giorno

La libreria in cui ti trovi è silenziosa. Non c’è nessun altro. Decidi di leggere le prime righe dell’opera. In che epoca ti trovi? Siamo nella Britannia del V secolo dopo Cristo. Il regno di Camelot sta per vedere la sua prima alba. Diverse popolazioni stanziano nel territorio. Ognuna ha i propri costumi sociali e credi religiosi. Battaglie, intrighi e matrimoni puntellano la via verso la creazione di un nuovo reame che unirà tutti i popoli sotto un unico vessillo.

“C’erano gruppi del piccolo popolo scuro [quello delle fate, N.d.R.] poi gli uomini delle Tribù, alti e barbuti, con i capelli rossi […], i Romani delle terre civilizzate. E c’erano uomini alti e biondi, dalle spalle enormi, gli Angli e i Sassoni delle truppe federali…”

Leggerai però che la guerra non è solo civile. La futura Inghilterra è in quel delicato momento di passaggio da una società matriarcale a una patriarcale. Lo scoccare della transizione è segnato dal rintocco di campane di chiese cattoliche, a coprire il suono delle preghiere pagane alla Dea Madre che adesso cominciano con Pater noster.

Tutti gli Dei sono un solo Dio

La religione della Grande Madre ha al suo centro Avalon, isola sacra abitata da sacerdotesse. Sono presenti in essa luoghi incantati e segreti, regolati da leggi fisiche diverse da quelle terrene. Una barriera difitta foschia la separa dal resto del mondo. Ti ricordi del titolo Le nebbie di Avalon e pensi si riferisca proprio a questo. Le porte tra i mondi però sembrano sempre meno valicabili.

Scoprirai infatti che sta prendendo piede una nuova religione che scambia druidi con preti. Si tratta del cristianesimo, dove Dio è di genere maschile. Nell’interpretazione della sua dottrina, è bene che una donna sia solo una penitente madre e non copra ruoli di potere.

I due credi religiosi sembrano antipodici. L’uno ha un carattere mistico fortemente legato alla terra. Il secondo è più liturgico, caratterizzato da un loop di peccato ed espiazione.

Ti imbatterai nella frequente ripetizione di una frase “Tutti gli Dei sono un solo Dio”. “Ci sarà spazio per la Dea e per Cristo”. L’opera è infatti percorsa da un sottile tentativo di unificare la visione cristiana e precristiana del divino.

Secondo l’autrice, è importante allargare il campo visivo, avere una prospettiva ampia e inclusiva del concetto di divinità. Ciò non significa sostituire, mancare di rispetto, rinnegare la religione cattolica, ma arricchire di nuove sfumature il volto di uno stesso dio.

«Penso che sia estremamente importante ricordare che non è un tentativo di soppiantare “Dio”, presumibilmente il “vero Dio” di cui parlano i fondamentalisti, con “molte Dee e idoli pagani”. Ciò che stiamo cercando è l’aspetto femminile della Divinità stessa; Dea come una dimensione extra di Dio, piuttosto che “sostituire Dio con la Dea”. Il Divino è», ha detto l’autrice in unintervista.

Da Maga Magò a Morgana

Ti ricordi del disneyano La spada nella roccia (1963)? Qui compare Maga Magò, una strega cattiva, avversaria di Mago Merlino. La donna è rappresentata come una morbida vecchina dagli abiti logori, che odia il sole e ama gli inganni. Le nebbie di Avalon ti mostrerà una nuova versione della celebre fata. Senterai la sua stessa voce narrare le vicende che la riguardano.

Ma chi è realmente Morgana?

Morgana (nel testo indicata col suo nome originale Morgaine) è la sacerdotessa di Avalon, unautorità religiosa, cresciuta in una società paritaria, candidata a diventare la prossima Dama del Lago, una sorta di capo spirituale dai poteri mistici e magici. Dovrà superare molte difficoltà, non da ultime quelle sentimentali, l’imbarazzo che prova per il suo aspetto bruno e piccolo, simile a quello dell’antico popolo delle fate. Su di sé sente inoltre tutto il peso delle macchinazioni politiche architettate sulla sua pelle da chi tenta di garantire la pace dei regni. Vive la sensazione di un tradimento anche da parte della sua dea, che le impone la realizzazione di un destino che non vuole.

Se Morgana è l’ultimo baluardo di un’antica religione, Ginevra (Gwenhwyfar, il nome originale) rappresenta una grande sostenitrice del cristianesimo. La loro storia spirituale è contrapposta. Tra le due donne noterai molte differenze, ma anche dei punti di contatto.

Ma ecco una curiosità. Sai che ancora oggi il termine Fata Morgana è impiegato in fisica? Si riferisce a un particolare tipo di effetto ottico: in mare, se si guarda a distanza, attraverso un banco di nebbia, uneventuale isola o barca potrebbe apparire più vicina o più distante di come sia in realtà.

Alzi lo sguardo dal libro e scruti in fondo al corridoio. In effetti è come se ci fosse una fitta nebbia a nascondere qualcosa. Ti stropicci gli occhi pensando che la vista ti stia tendendo uno scherzo. Ma la vedi ancora. Oltre la foschia, c’è qualcosa, sembra essere una donna dalla pelle grigia con un libro in mano.

Nota sull’autrice

Marion Zimmer Bradley ha ricevuto pesanti accuse di molestie dalla figlia. Sembra ci sia un baratro tra la persona colpevole di abominevoli misfatti e la scrittrice di opere in favore delle donne. Qui sorge una doverosa domanda: la biografia di uno scrittore impone l’uso di lenti correttive nella valutazione di una certa opera? E ancora: come conciliare un esempio di vita duramentecondannabile con una produzione artistica di valore? La risposta spetta a ogni lettore.

È chiaro non sia possibile nessuna conciliazione, nessuna armonizzazione, nessuna sommatoria. Come può una scrittrice intimista commettere certi atti deprecabili? Può esserci una distanza così enorme tra gli aspetti yin e yang che abitano ogni individuo?

Di certi misfatti, le vittime continuano a piangere lacrime di umiliazione. L’editore americano della scrittrice americana ha deciso di devolvere i diritti d’autore di tutto il catalogo dell’artista a un’associazione che lavora in favore delle vittime di violenze sessuali.

Vivo, morto o XX

Perché leggere Le nebbie di Avalon?  Sono i toni intimi della narrazione a rendere l’opera particolarmente piacevole. Ti sembre di ascoltare la malinconica confidenza di un’amica che parla con lentezza. Non c’è la pomposità tipica dell’epica. Si dà invece rilevanza a pensieri, paure, desideri. Un mondo antico sta per scomparire. Un mondo in cui si viveva in stretto contatto con la natura, accettandone i ritmi, celebrando le stagioni. Le donne prendevano scelte politiche ed erano libere. C’erano una volta guerriere, maghe, sacerdotesse, parti attive nelle scelte di governo, persone in cui coesistono tutte le infinite sfumature di una vita umana, libere di amare a modo proprio. Adesso i ruoli disponibili per loro sono solo quelli di madre, moglie e figlia. Il culto della dea sta lasciando il passo al cristianesimo. Nello scontro tra misticismo e liturgia, prevale un’ineguale distribuzione del potere.

Quel doppio cromosoma X pare predisporre a ruoli sullo sfondo, come personaggi secondari su un palcoscenico. Può il genere di un dio condizionare i ruoli di uomini e donne all’interno di una società?

Cominci ad avvicinarti alla donna con il libro in mano nascosta dalla foschia. Lei fa lo stesso e ti spaventi. Non riesci a definire i suoi tratti. Sembra avere tutte le età del mondo. I capelli sono ora lisci ora riccissimi. Gli occhi cambiano colore, passando dal celeste al verde al più profondo dei neri. È la tua migliore amica, tua madre, la tua nonnina, una tizia che non sopporti, quella che ti ha ringraziato con un sorriso quando ti sei fermato in auto per farle attraversare la strada in sicurezza. Vedi in lei i volti di mille donne. Tra i tanti c’è anche il tuo. Sembra un po’ stanco, ma i suoi occhi parlano di forza. Esci dalla libreria con il libro in mano.

IL LIBRO Marion Zimmer Bradley, Le nebbie di Avalon (parte I), HarperCollins

 

Credit: Mists of Avalon by Prairiekittin licensed CC BY-ND 2.0

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