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Allonsanfàn
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L’incantatore Gian Carlo Fusco in una storia d’amore e cinematografo

La vicenda che ho rievocato in Lettere d’amore di un eccentrico (Avagliano editore) cade in un momento cruciale della vita di due amanti speciali. Lui è Gian Carlo Fusco, impareggiabile cronista di costume per tutti gli anni ’50, allora columnist seguitissimo del Giorno e personaggio rabelaisiano; lei, una sua collega bella, brava e agli antipodi del compagno per riservatezza e continenza: Floriana Maudente.

Una manciata di lettere inedite intercettate a Bologna, e scritte da Gian Carlo tra il luglio del ’62 e quello del ’63illumina una storia d’amore di cui poco o nulla si sapeva, squarciando soprattutto alcuni veli che ancora impedivano di mettere a fuoco compiutamente dinamiche e fasi del fatale turning point dell’esistenza fuschiana: l’autoesilio da Milano e dal giornalismo di serie A con la conseguente, picaresca discesa a Roma per tentare la fortuna nel cinema, dove Gian Carlo era richiestissimo come sceneggiatore e dialoghista, assieme al compagno di baldorie notturne, il cantante italomarsigliese Rick Rolando.

Entrambi gli amanti sono in quel momento all’apice della carriera. Fusco è forse la più popolare delle grandi firme, gira inchieste televisive, ha scritto per il teatro e già pubblicato almeno due classici: Le rose del Ventennio e Gli indesiderabili. Lei, grande esperta di cinema e poetessa in privato, gira l’Europa come inviata di grandi settimanali e ha appena vinto il prestigioso Premiolino. Lui le scrive da Roma, dove s’è messo in società per De Laurentiis con Pasquale Prunas, grande grafico e intellettuale con l’uzzolo della celluloide, e riversa in ogni lettera estri e umori contingenti.

È già con un piede oltre il crinale che divide il successo dal declino. Un’anima inquietascompensata, intrappolata in fantasie letterarie da maudit inveterato: una vita immaginaria in cui si tuffa ogni sera illudendosi di assaporare le atmosfere del vecchio milieu marsigliese, aiutato nell’autoinganno dall’abuso di superalcolici.

Perché è importante questo tesoretto epistolare? Non solo perché documenta in presa diretta il primo esilarante impatto di Fusco con il mestiere di cinematografaro e con certi riti e mollezze levantine della Capitale, ma perché qui, nella comunicazione amorosa, si svela per una volta il suo lato più intimovulnerabile, quello che di certo non esibisce, ma, anziocculta, dietro l’allegretto delle cronache e i fuochi d’artificio delle affabulazioni. In vari passi dell’epistolario, Fusco si mette a nudo, confessa il disamore per se stesso, esibisce  grovigli e frustrazioni, implora di essere accettato. Accanto al guascone della vulgata, il rissoso nottambulo pronto a fare a botte per ogni minimo affronto, affiora la sua ombra tenera e dolente: si schiude il cuore segreto della sua psicologia.

IL LIBRO Dario Biagi, Lettere d’amore di un eccentrico. Epistolario tra Gian Carlo Fusco e Floriana Maudente (Avagliano editore)

  • Dario Biagi, giornalista e scrittore, si è spesso occupato di geniali outsider: oltre a Fusco, cui ha già dedicato L’incantatore, ha ricostruito, tra le altre, le vite di Luciano Bianciardi e Giuseppe Berto.
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