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Allonsanfàn
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Leggendo Seneca in tempo di guerra

“E se qualcuno ci dicesse che molte sofferenze della nostra vita dipendono dal modo in cui pensiamo alle cose? E se sostenesse di poterci mostrare come evitare ansia, frustrazione, rabbia? E se risultasse che evitare tutto questo è interamente nelle nostre mani?”

Il testo virgolettato campeggia sulla copertina del volumetto Sette brevi lezioni sullo stoicismo. L’autore è John Sellars, studioso inglese di stellare abilità divulgativa, dote – detto per inciso e senza alcuna volontà polemica – che drammaticamente scarseggia dalle nostre parti. Che senso ha ripercorrere (o percorrere per la prima volta) il pensiero di Epitteto, di Seneca e di Marco Aurelio quando potrebbe scoppiare la terza guerra mondiale, tra l’altro nella versione “prima termonucleare”, o finire il gas, impazzire il prezzo del grano e della benzina lo si potrà intuire già scorrendo le prime pagine.

È una lettura semplice che si può fare viaggiando tranquillamente mascherati sui mezzi pubblici; e – proprio perché semplice ma non semplicistica – densa e corroborante come una fetta di Sacher: l’esatto contrario del periodare contorto e confuso di chi non avendo nulla da dire (di nuovo, di originale, di significativo) scrive oscuro come la più scura delle notti ucraine.

Leggendo (o rileggendo) Seneca, in particolare la sua vita e il suo fine vita, è forse possibile comprendere qualcosa di più della guerra in corso ai confini dell’Europa. Per distrazione, stanchezza o forse opportunismo, abbiamo pensato fosse un normale conflitto di interesse. Uno dei tanti che dal ’45 in poi hanno costellato la nostra esistenza, il sonnolento tran-tran che – tra un episodio criminale, un attentato, un sequestro, una scaramuccia regionale e l’altra – hanno segnato i nostri ultimi 75 anni. Sbagliato. Quello che va in onda in diretta sui nostri schermi è un conflitto di civiltà: la cosa che più fermamente neghiamo perché più di qualunque altra ci terrorizza. Nei conflitti di civiltà non si fanno prigionieri, non sono ammessi compromessi e le tregue sono più false di un candelabro di princisbecco.

Mentre a Kiev si spara, a Mosca ha chiuso McDonald’s e i moscoviti non potranno più mangiare la pur orrida polpetta. (Sipario)

Credit foto in apertura: Sic cum inferiore vivas, quemadmodum tecum superiorem velis vivere. by MarianOne is marked with CC BY-NC-ND 2.0.

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