UN BLOG
IN FORMA DI MAGAZINE
E VICEVERSA

Allonsanfàn
{{post_author}}

Foibe. C’è chi studia e ricostruisce la storia, chi la ignora e la distorce

Lo storico e filologo Luciano Canfora pubblicò nel 2019 da Laterza il volume-monografico Il sovversivo. Concetto Marchesi e il comunismo italiano. È a oggi la più ampia biografia e studio sulla figura dell’intellettuale e politico italiano.

A pag. 779 e 780 si parla di Norma Cossetto, allieva all’università di Padova e nota a Marchesi, e della sua crudele uccisione da parte di partigiani titini (o anche italiani).

A maggio 1949, su proposta di Concetto Marchesi e del Rettore Aldo Ferrabino, venne attribuita dall’università di Padova alla Cossetto la laurea ad honorem con la motivazione di essere stata una caduta per la libertà.

Canfora nella nota ringrazia per le ricerche sull’orribile crimine Maria Grazia Ciani e ricorda come del profondo turbamento di Marchesi per la vicenda Cossetto gli parlò nell’ottobre 1983 Lanfranco Zancan.

La fine tragica della Cossetto era già conosciuta, ricordata nel 1949, da esponenti della cultura italiana e da studiosi e politici della sinistra italiana.

Da allora, molti istituti di ricerca, diversi istituti storici della Resistenza, alcune facoltà universitarie hanno dedicato iniziative e pubblicazioni alle vicende istriane, alla repressione compiuta dai partigiani di Tito, alla drammatica realtà delle Foibe, alla violenza subita dalla popolazione giuliana dalmata. Proprio questo lavoro di recupero storico ha fondato l’attenzione pubblica sui fatti d’Istria fino alla proclamazione, per il 10 febbraio di ogni anno, del Giorno del Ricordo con la legge del 2004.

Il Giorno del Ricordo non è l’iniziativa di una parte, è frutto delle scelte del Parlamento italiano e quindi non deve essere strumentalizzata da nessuno. Oggi si conosce molto e forse tutto su quelle vicende.

giorno del ricordo foibe
Cippo in memoria delle vittime delle Foibe, presso il tempio nazionale dell’internato ignoto a Padova.

Di contro, ho letto attentamente il fumetto e saggio Foiba Rossa. Norma Cossetto, storia di una italiana, di Emanuele Merlino e Beniamino Delvecchio, Ferrogallico Editrice.

È una sceneggiatura con fumetto, seguita da biografia e da alcuni testi storici relativi all’area dell’Istria e Dalmazia. Nella bibliografia si citano in elenco i contributi di studiosi e ricercatori storici.

Si nota subito come vi siano molte pagine di fumetto, alcune frutto di interpretazione libera o di resa narrativa, altre pagine di sintesi storica in grande parte scollegate con il dramma della Cossetto che si vuole evocare a simbolo. Le foibe non furono rosse né nere, ma solo vicende crudeli e violente a tutto tondo.

La pubblicazione si colloca in una collana e nel catalogo della casa editrice ben caratterizzata, non affatto indipendente e di cultura libera. Oggi, la pubblicazione viene veicolata e distribuita anche nelle scuole italiane per opera di comitati e sostegno di alcuni enti locali, con mal celato intendimento propagandistico di parte politica.

Evidenzio. Nelle nostre scuole superiori da decenni si studiano anche le foibe e le vicende dell’Istria, da decenni si fa storia in modo rigoroso e oggettivo, documentato e pluralista.

Sono stati promossi convegni da vari Istituti Storici della Resistenza. Senza reticenze e strumentalizzazioni.

Negli anni fra il 1930 e 1943, invece, nei nostri licei si diffondevano via audio nelle aule i discorsi del Duce, si raccoglievano soldi per le imprese nelle colonie d’Africa, si ricordavano eventi bellici, si onorava la morte di Bruno Mussolini, si distribuiva vario materiale propagandistico; il preside promuoveva gli abbonamenti alle riviste e giornali della gioventù fascista come Il Balilla, Passo Romano, Azione Coloniale, La donna fascista; si studiava la Storia della Rivoluzione Fascista di Farinacci; si promuoveva la partecipazione ai Gruppi di Cultura, Propaganda e Azione per le rivendicazioni alla frontiera occidentale.

Oggi, dopo la Liberazione e la Costituzione, viviamo in libertà nella cultura e nell’istruzione.

Non dobbiamo tornare indietro con subdole tentazioni revisionistiche.

Non servono strumentalizzazioni, messaggi propagandistici, pubblicazioni provocatorie, manifesti richiamanti soluzioni grafiche del Regime e di un conflitto permanente di odio.

Si fa un torto al cittadino, al lettore, perché non si offre una visione autentica della storia, ma si estrapola un fatto e si suscita una ribellione contro tutti.

Provate a leggere questa cronaca da fonte GNR, rintracciata e qui esposta, per delicatezza, solo con le iniziali dei nomi e cognomi. Il documento è custodito nell’Archivio della Fondazione Luigi Micheletti, fondo “Notiziari della Guardia nazionale repubblicana” di Brescia.

Not. 28/10/44 Promemoria per il Capo di Stato Maggiore della G.N.R.

Ufficio I° (situazione)

 28 ottobre 1944

Il giorno 8 c.m., in San Remo (Imperia), veniva ferito a colpi di rivoltella il milite P.G. del locale nucleo U.P.I. che decedeva il giorno successivo. Gli agenti dell’U.P.I., recatisi a casa del fratello di certo B.A. fu E. da San Remo, autore dell’omicidio e noto bandito, provvedevano al fermo della sorella Ada, di 18 anni, e la conducevano alla sede del Gruppo, ove veniva interrogata dagli agenti – milite scelto S.A., milite B.G., milite scelto C.F. La ragazza veniva malmenata e costretta a pernottare nella sede del Gruppo. Durante la notte essa veniva bendata e deflorata di prepotenza dal milite scelto S., mentre uno degli altri militi la tratteneva ferma su di una branda. Subito dopo veniva posseduta anche dagli altri due militi. Il giorno successivo la B. veniva dai tre militi medesimi veniva accompagnata alla propria abitazione per cambiare la biancheria intima la quale presentava tracce evidenti, indi era condotta al cinematografo e poi a cena; in tale circostanza era stato usato alla medesima ogni riguardo, allo scopo evidente di rabbonirla ed evitare così ogni eventuale denuncia. Senonché i famigliari della B. il giorno 12 corrente la presentavano al Vice Comando Provinciale di San Remo, elevando formale denuncia contro i tre militi suddetti. La ragazza veniva sottoposta a visita medico-legale collegiale, che accertava avere essa subito la deflorazione, violenza carnale ed ecchimosi e ferite varie da tempo recentissimo. Per quanto sopra il Comando Provinciale della G.N.R. di Imperia ordinava l’arresto dei responsabili, ma il B. e il C. riuscivano a fuggire; il S. invece, dopo fermato, tentava pure la fuga dai locali del Comando Gruppo Presidi, ma veniva raggiunto con un colpo di moschetto alla caviglia sinistra e trovasi ora piantonato all’ospedale di San Remo. Per tale ragione, allo scopo di dare una esemplare punizione, il S. è stato denunciato ad un Tribunale di Guerra Straordinario della G.N.R. di cui il Comando Provinciale ha chiesto l’immediata convocazione. Sono in corso attive indagini per rintracciare ed arrestare gli altri due responsabili.

Da rilevare che il fatto, risaputo subito dalla popolazione, è stato sfavorevolmente commentato ed ha causato molto discredito nei riguardi della G.N.R.

Non un solo fatto, ma tanti fatti così hanno caratterizzato anni di Regime e di violenza sociale, culturale e psichica. Hanno demolito volontà e progetti di vita.

 

Foto in apertura, Il piroscafo Toscana imbarca profughi a Pola credit: Giovanni Poso
Credit foto nel testo: Amarvudol – Opera propria, CC BY-SA 3.0,
I social: