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Prima i cani o prima i bambini? Telefono Azzurro ritira lo spot

E alla fine lo spot è stato ritirato: «Non intendevamo creare alcuna contrapposizione tra i bambini e le categorie vulnerabili: abbiamo compreso che il coinvolgimento del cane ha turbato la sensibilità di molti e di questo ci scusiamo. Purtroppo non siamo riusciti a trasmettere il messaggio che abbiamo a cuore, quello di portare l’attenzione sul tema della sicurezza dei bambini e della tutela dei diritti dell’infanzia in questa emergenza sanitaria».

E’ una buona notizia quella arrivata in queste ore da Telefono Azzurro che ha deciso di cancellare il contestatissimo filmato della campagna #primaibambini lanciato il 20 novembre in occasione della 31esima Giornata universale dei diritti dell’infanzia.

Seguo da anni, molti davvero, l’attività delle onlus e delle organizzazioni umanitarie e poche volte mi sono trovata di fronte un messaggio così sbagliato e respingente.

Sintesi: in una casa divorata da un incendio, mentre tutti fuggono un soccorritore sale le scale ed entra in un alloggio. In un angolo, tra le fiamme, ci sono due bambini e un cagnetto (straordinariamente composto, tenuto conto dell’apocalisse in corso, ma questa è un’altra storia). L’uomo si avvicina, tende le braccia, prende il cane e se ne va, lasciando al loro destino i bambini (che finiranno in cenere, si suppone).  “Sembra impossibile? Eppure sta accadendo oggi” il messaggio che compare al termine dello spot.

Da non credere.

Da non credere che chi si occupa dei diritti e dei bisogni dell’infanzia contrapponga i più deboli e i vulnerabili, e mostri “una scelta” tra i bambini e gli animali che fanno parte del nostro mondo e sono compagni di viaggio nella nostra esistenza.

Da non credere la prima risposta della onlus: «Nello spot abbiamo voluto utilizzare una metafora forte: l’uomo salva il cane non perché lo preferisca ai bambini. Lo fa perché in quei terribili momenti concitati, è la sola cosa che vede».

Travolto (giustamente) dalle polemiche, Telefono Azzurro ha poi spiegato meglio: «#primaibambini indica una priorità non un’opzione. L’hashtag vuole sottolineare come i bisogni dei più piccoli debbano immediatamente essere inseriti nelle agende istituzionali con precedenza su tutto il resto, anche sugli adulti. La casa in fiamme dimostra che non c’è più tempo: la lontananza dalla scuola, dal gioco e dalle relazioni ha un impatto distruttivo sul benessere psico-fisico dei minori. Il cane, che amiamo e rispettiamo al pari degli altri esseri viventi, non vuole essere una vittima da lasciare indietro quanto piuttosto ricordarci che la stessa devozione dimostrata al nostro amico fedele spetta a tutti i bambini che, invece, fin dal primo DPCM sono stati messi da parte. Per suscitare una reazione emotiva abbiamo usato scene forti, ma la difesa dell’infanzia è un argomento decisivo per il nostro futuro: i bambini prima di tutto, anche degli adulti».

Ora, sui diritti dei bambini e sui loro bisogni, tanto più in questo periodo, siamo tutti d’accordo. Come siamo d’accordo sui diritti e sui bisogni di chi è povero, di chi ha perso il lavoro, di chi è vecchio e solo.

Ogni vita ha la stessa dignità delle altre, è questo che non va dimenticato. A me resta il dubbio: chissà quale spot avrebbero proposto nel caso si fossero occupati dei bisogni degli anziani. Probabilmente ne avrebbero fatto morire un paio fuori da un Pronto Soccorso Covid mentre il medico sceglieva di curare solo i giovani.

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