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Nel saggio di Favretto il riscatto della libertà di Beppe Fenoglio

“Fenoglio ha scritto perché ha visto, ha conosciuto, ha analizzato con curiosità, ha osservato ammirando: perché si è fatto memoria di eventi e protagonisti, ha voluto capire le dinamiche individuali e sociali del tempo. Tutto quanto conosciuto e osservato è stato poi vestito da un’anima narrativa coerente e coraggiosa, da un esplicito richiamo all’etica individuale e alla ribellione al sopruso, al rigetto della non cultura provinciale. Qui risiedono la contemporaneità e attualità di Fenoglio”.

Così si legge in Beppe Fenoglio Il riscatto della libertà. Storia e pensiero di un antifascista assoluto (edizioni Falsopiano, marzo 2023), il nuovo libro di Sergio Favretto, storico, avvocato, già giudice onorario al Tribunale di Torino, che del partigiano e scrittore si è occupato anche nel saggio Fenoglio verso il 25 aprile uscito nel 2015.

Il libro è un omaggio a Beppe Fenoglio, ma non solo. È un omaggio allo scrittore e giornalista Lorenzo Mondo che fu certamente fra i primi scopritori del talento di Fenoglio e che anni fa avvicinò molti lettori alle sue pagine. E, ancora, è un omaggio ai tanti partigiani delle Langhe e del Monferrato che vissero la Resistenza.

Beppe Fenoglio Il riscatto della libertà non è un saggio di critica letteraria, non è una biografia. È un accompagnamento storico del lungo e delicato periodo che va dall’8 settembre 1943 alla Liberazione del 1945. Al centro, l’esperienza partigiana di Fenoglio e della sua famiglia, le vicende narrate nelle opere, i protagonisti, i luoghi richiamati alla verità storica attraverso un’operazione di ricognizione puntuale, rigorosa su testimonianze, documenti, immagini. E moltissimi inediti.

Come nella realizzazione di un quadro o di un’installazione, accanto al primo piano dell’opera di immediata visibilità si deve porre mano allo sfondo, al contesto ambientale, alle sfumature d’insieme, alla luce e al colore dominanti. Accanto al narrato di Fenoglio, con attingimenti ai romanzi e racconti partigiani, Favretto recupera l’intero contesto della Resistenza del sud del Piemonte fra le Langhe Alte e Basse, le colline dell’Astigiano e del Monferrato.

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Sergio, cosa emerge in questo tuo nuovo testo dedicato a Fenoglio?

«Beppe Fenoglio ha vissuto e narrato un antifascismo pieno e radicale i cui tratti salienti sono la sua diretta esperienza di vita come studente e poi militare, come partigiano; quella dei genitori Amilcare e Margherita, del fratello Walter e della sorella Marisa; le catture e i nascondimenti della famiglia per sfuggire ai fascisti; la violenza culturale subita; la tragedia di una guerra con esito scontato; la povertà di una terra e di un popolo; la scelta della Resistenza prima con formazioni non strutturate e poi con la divisione Langhe e i rapporti con le missioni inglesi.

Fenoglio ebbe da subito il coraggio di scegliere da quale parte stare, da sempre fu antifascista assoluto, nell’animo e nella vita, ribelle contro ogni sopruso. Si batté per la libertà politica, sociale, della cultura, della conoscenza».

Quanto è contemporanea la sua figura?

«Beppe Fenoglio è sempre più vivo e contemporaneo. Ci parla con la scrittura e ci sorprende con il proprio vissuto, breve e intenso. È letto, amato, seguito, rappresentato ed evocato in musica, in teatro e nella convegnistica perché è atemporale, perché suggerisce e forma un pensiero libero e identitario.

Nelle opere di Fenoglio dominano la vita, l’esperienza personale, i valori della terra d’origine, l’ambiente, la comunità dei pochi ma veri amici, l’amore autentico e anche difficile, il confronto amaro del particolare contro i sogni. Emergono la condanna severa per la violenza e il provincialismo culturale fascisti e la durezza della lotta partigiana con le sconfitte e gli ideali perenni. Il riscatto della libertà è un dovere del singolo e del popolo, è un impegno insostituibile».

Come è nato questo tuo libro?

 «Da due anni di ricerca, esplorazione di nuove fonti e testimonianze, dal raffronto fra narrato e storia. Molti gli inediti. Il contributo di Lorenza Balbo, figlia di Piero Balbo comandante Nord o Poli in Il partigiano Johnny e in Ur Partigiano Johnny; il pensiero di Mauro Ghiacci, figlio di Piero Ghiacci Pierre nelle pagine di Fenoglio: entrambi offrono elementi importanti sul ritratto umano e sul pensiero antifascista di Beppe.

Ancora inediti sono le lettere che Maria Corti scrisse a Piero Ghiacci Pierre; l’organigramma operativo della II Divisione Langhe, steso da Piero Balbo Nord o Poli, con il ruolo e nome e cognome di Beppe Fenoglio. E poi la relazione dettagliata sull’attività svolta dai partigiani autonomi nelle Langhe redatta dal comandante Nord o Poli; la copia e il commento della sentenza della Corte di Assise di Asti che ricostruì il drammatico fatto di Valdivilla; i riscontri storici e personali riferibili al capitano Zucca, al commissario Némega, al tenente Biondo, al maresciallo Mario, al sabotatore Antonio, all’aviatore americano Temple caduto a Calosso e poi inserito con i partigiani a Cisterna, tutti protagonisti delle pagine di Fenoglio».

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Beppe Fenoglio in divisa inglese. Ritratto attribuito al fotografo Francesco Ghija. Cortesia di Margherita Fenoglio e Centro studi Beppe Fenoglio di Alba

Ci sono immagini importanti che accompagnano il testo. E annotazioni storiche altrettanto rilevanti.

«Nel libro ci sono la descrizione e le immagini delle armi che Fenoglio usò nei mesi di attività partigiana, del fucile partigiano del comandante Ghiacci Pierre, della bandiera inglese originale impiegata dalla missione inglese di Ballard. Insieme, i riscontri esatti sui fatti della Resistenza nel Monferrato, fra il Tek Tek, la partigiana Dea e il fratello Nick, il maggiore inglese Leach; gli incontri con il comandante Toselli Otello della Divisione Asti, la ricostruzione della battaglia di Montemagno e del sacrificio del partigiano Bonato, dei partigiani al Passo della Morte.

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Carabina, pistola e cinturone utilizzati da Beppe Fenoglio nella Resistenza, ritrovate nel 2013 dalla figlia Margherita Fenoglio. Archivio Centro studi Beppe Fenoglio di Alba

Pagine di narrazione incrociano pagine di storia vissuta con la testimonianza di Ferdinando Marino che ricorda il rapporto fra Fenoglio e il papà partigiano Felice Marino Felix; il ruolo nella Resistenza albese di Paolo Farinetti, comandante Paolo; la testimonianza del partigiano Dario Vinotti, formazione GL (Giustizia e Libertà)  Cortemiglia-Vesime; la foto di Fenoglio in divisa inglese, scattata probabilmente a Moncalvo da Francesco Ghija; gli appunti manoscritti di Piero Balbo circa i rapporti con Fenoglio e il suo antifascismo; gli attestati inglesi a riconoscimento dell’attività svolta dai contadini e risicoltori della pianura vercellese e della Lomellina nel nascondere prigionieri alleati e sottrarli alla cattura dei fascisti; le varie foto storiche di partigiani operativi con Fenoglio e citati nelle sue opere».

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La bandiera inglese, originale in uso dalla missione inglese del maggiore Ballard e dalla II Divisione Langhe (da archivio di Lorenza Balbo)

Chi è il partigiano di Fenoglio?

 «È il protagonista di una ribellione individuale contro il potere dell’ignoranza e della banalità, contro una dottrina assertiva e senza dialogo, contro l’organizzazione pervasiva che priva ogni libertà. Il partigiano di Fenoglio non risponde ai bandi della Repubblica sociale e sceglie la formazione nella Resistenza; è l’uomo che vuole costruirsi il proprio futuro, che vuole ridisegnare una società diversa, che cerca uno sbocco esistenziale nuovo e che vuole vedere vincere i principi e non i privilegi.

Il partigiano di Fenoglio non è isolato, ricerca l’aiuto delle missioni inglesi e americane, attraversa il territorio, collega comune e comune, vive giorno per giorno, verso la Liberazione.

La Resistenza fu unica, drammatica ovunque, ma molto affine fra le colline delle Langhe e del Monferrato. Anche per Fenoglio, la Resistenza non fu scelta solo di una parte politica, ma grido di ribellione di molta gente, di una intera collettività, di giovani e genitori, di studenti e docenti, di ex militari e carabinieri, di operai e contadini, di uomini e donne.

La Resistenza fu espressione della sete di nuova cultura, di nuova emancipazione dalla guerra e dalla povertà indotta dal regime; il partigiano di Fenoglio ha studiato, si è impegnato, non si è arreso al destino, ma ha voluto costruirsi il proprio destino.

Il modello fascista della propaganda e non della cultura, dei privilegi e non del merito, dell’arroganza e non della solidarietà, del populismo incolto e non della partecipazione attiva, è stato sconfitto dalla storia.

Due i concetti chiave: la Resistenza come parte costitutiva della nostra identità, del nostro essere italiani; la volontà di riscatto del popolo italiano, nella libertà.

Come bene ha detto il Capo dello Stato Sergio Mattarella ad Alba il 10 ottobre 2022: “L’epopea della Resistenza, vissuta e narrata da Fenoglio, è parte costitutiva della vostra identità, del vostro essere italiani, e l’avete recata alla Repubblica. Alba fu zona libera. Anello di quelle repubbliche partigiane che hanno segnato la volontà di riscatto del popolo italiano”». 

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Sergio Favretto

Il libro. Sergio Favretto. Beppe Fenoglio Il riscatto della libertà. Storia e pensiero di un antifascista assoluto (edizioni Falsopiano)

Credit foto in apertura: @Aldo Agnelli, Archivio Centro studi Beppe Fenoglio di Alba.

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