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Allonsanfàn
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Mussolini prigioniero nel diario del carabiniere Edoardo Angelo Curti

Per volere della famiglia, nel libro Un carabiniere testimone di storia, uscito nel 2017, si svelano le pagine significative del diario che il carabiniere Edoardo Angelo Curti annotò nell’estate del ’43, quando, per disposizione dei Comandi dell’Arma, venne assegnato al team di militari che sorvegliò Benito Mussolini prigioniero all’isola di Ponza e La Maddalena. Sono pagine inedite, sintetiche, redatte a caldo nel pieno della vicenda storica, espressione di attenzione al dettaglio e di capacità di analisi degli eventi partecipati. A distanza di anni e grazie a questa ricerca, attingendo all’Archivio Storico dell’Ufficio Storico dell’Arma dei Carabinieri, si ha notizia e documentazione di come Edoardo Curti venne inserito, con il titolo di maresciallo maggiore, fra il personale dell’Arma assegnato all’Ispettorato Generale di Polizia di Guerra, a decorrere dal marzo 1942. Qui la ricostruzione e la riproposizione – ampliata e approfondita – della vicenda di Sergio Favretto, che ha curato e coordinato il libro, e di cui Allonsanfan pubblica il primo passo. Chi volesse leggerla tutta, può cliccare sul link Curti testo 2023

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Un carabiniere testimone di storia Curti
Edoardo Angelo Curti

Dopo la seduta del Gran Consiglio del Fascismo del 24 luglio 1943, dopo l’approvazione dell’ordine del giorno proposto da Dino Grandi, per Benito Mussolini iniziò un periodo incerto e drammatico. In modo inatteso, si attuò il colpo di Stato dei militari con il consenso del Re; Mussolini venne arrestato da Pietro Badoglio, visse ore frenetiche a Roma nelle caserme dei carabinieri; poi nascosto e strettamente sorvegliato a Ponza e a La Maddalena. Settimane severe, un vero epilogo per il Duce. Fino al trasferimento a Campo Imperatore del Gran Sasso e poi all’acrobatica liberazione per opera dei tedeschi guidati da Otto Skorzeny.

Alla ricostruzione di questo periodo, fino ad oggi, hanno contribuito diari, scritti, memorie, documenti di alcuni protagonisti, non sempre autentici o veritieri, ma spesso partecipati emotivamente e ideologicamente; di grande rilievo, invece, si sono susseguite ricerche e analisi di storici del fascismo, giornalisti alla ricerca della verità.

A giugno 2017 venne pubblicato e reso noto, con un convegno, un singolare diario, Un carabiniere testimone di storia, non ancora allora conosciuto, redatto da Edoardo Angelo Curti, un carabiniere che scortò Mussolini dall’arresto a Roma fino al soggiorno prima a Ponza e poi a La Maddalena.

La pubblicazione venne curata e coordinata dall’autore, dopo aver visionato l’originale del diario, dopo aver effettuato ricerche presso l’Archivio Storico dell’Arma dei Carabinieri. Fu edita dalla Tipografia Stabilimento Arti Grafiche di Casale Monferrato.

Il diario venne scoperto dai figli Giancarlo e Graziano Curti fra i documenti custoditi in un baule dal padre Edoardo.

Ora nel 2023, a distanza di sei anni dalla prima pubblicazione, si offre una nuova versione della ricerca, con ampliamenti e integrazioni. Si delinea una cornice storica di contestualizzazione.

I 45 giorni intercorrenti fra la seduta del Gran Consiglio del 25 luglio e l’armistizio dell’8 settembre del ’43, costituiscono una sequenza temporale in parte ancor oggi da esplorare e ricostruire compiutamente. Le ricerche archivistiche e l’esame delle memorie tramandate dai grandi protagonisti (Mussolini, Grandi, Bottai, Federzoni, Badoglio, Giurati, Scorza, De Cesare, Castellano, Ambrosio, Acquarone) hanno permesso di tessere una trama fondamentale, ma sfuggono dettagli e permangono incognite.

Fra i molti interrogativi: Mussolini, informato e consapevole del documento di Grandi, non intuì per nulla dell’eventualità dell’arresto e dell’abbandono da parte del Re? Non intuì il colpo di Stato preparato dai generali che egli stesso aveva premiato e legittimato? Ed ancora in quei 45 giorni, con Mussolini arrestato e prigioniero, quale ruolo venne svolto dagli inglesi e quali i tentativi di intervento dei tedeschi? Badoglio, i militari, i carabinieri svolsero un ruolo di garanzia o di deliberato annientamento psicologico e fisico di Mussolini?

Un carabiniere testimone di storia Curti

Il diario di Edoardo Angelo Curti si colloca in questo contesto. Non è il diario scritto da un protagonista illustre, ma da un testimone importante che annota e narra vicende del protagonista vero, Mussolini.

Dettagli vissuti, particolari geografici e fattuali in un arco temporale molto breve, costituiscono l’originalità della testimonianza lasciataci nel diario di Edoardo Angelo Curti.

Venne redatto con cura nell’estate del ‘43, quando, per disposizione dei Comandi dell’Arma, Curti venne assegnato al team di militari che sorvegliò Benito Mussolini prigioniero all’isola di Ponza e La Maddalena.

Sono pagine inedite, sintetiche, redatte a caldo nel pieno della vicenda storica, espressione di attenzione al dettaglio e di capacità di analisi degli eventi partecipati.

Curti Angelo Edoardo, all’anagrafe, ma solo Curti Edoardo nella vita, nacque a Bastida dei Dossi (Pv) il 13 settembre 1900. Conseguì a Voghera il diploma di maturità per l’ammissione alla quinta elementare. Carabiniere, operò a Sarzana, Trescore Balneario, Ponte Chiasso, Como, Roma, ed infine a Casale Monferrato.

Attingendo alla documentazione attinta all’Archivio Storico dell’Arma dei Carabinieri a metà 2016, si ricostruisce come nel 1923 gli venne rilasciato, da parte del Comandante della Legione di Genova, il certificato di tiratore scelto. Nel 1938, ricevette da parte del Generale di Brigata Comandante di Milano, un encomio solenne perché come “Comandante di Stazione, esperì e condusse rapidamente a concreto esito – dando prova di felice intuito e di alacre fattività – le indagini relative a nefando delitto, il cui autore fu condannato a pena esemplare”. Fatti avvenuti in Trescore Balneario, lì I° giugno 1938.

In seguito, maresciallo dei Carabinieri a Como, svolse attività di sostegno all’antifascismo locale e agevolò la fuga di famiglie ebree oltre il confine svizzero. Fu improvvisamente trasferito a Roma nel 1942, mentre la sua famiglia andò ad abitare a Molino dei Torti, ove era nata la moglie. A Roma prestò servizio in borghese, molto probabilmente a contatto diretto con il SIM. In quel periodo utilizzò come tessera di riconoscimento la “Tessera Postale di Riconoscimento” rilasciata a Roma il 13 ottobre 1943, con indicazione di professione “impiegato” e domicilio “via Lagrange”.

Le pagine del diario narrano le vicende vissute dal 27 luglio 1943 (partenza da Roma) al 29 agosto 1943, lasciando l’isola de La Maddalena.

Dopo il 13 ottobre, non si sa esattamente il giorno, in modo avventuroso arriva a Molino dei Torti (in piena occupazione di tedeschi presenti nel paese) dove viveva la moglie ed i figli.

Al Comando tedesco venne comunicato che il Curti aveva lavorato in una industria milanese distrutta da bombardamenti. A Molino, viene regolarizzato con carta di identità rilasciata dal Podestà, indicante la professione di “agricoltore”.

Nel 1945, finita la guerra, fu nominato Comandante la Stazione dei Carabinieri di Casale Monferrato. Morì improvvisamente il 1° dicembre del 1970.

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