UN BLOG
IN FORMA DI MAGAZINE
E VICEVERSA

Allonsanfàn
{{post_author}}

Bernardine Evaristo: Ragazza, donna, altro. 500 pagine di storie che non finiscono mai

Quando dici anno nuovo nuove letture, sai che hai davanti a te tutte le possibilità che la narrativa, l’editoria e il caso ti possono dare, con la certezza di incontrare veri tesori o sopravvalutati romanzoni, brevi storie fulminanti ma anche avventure entusiasmanti.

Non si pensa mai a una lettura che sfugga a tutte queste definizioni e io, come il jolly in un mazzo di carte, l’ho pescata subito in questo infinito gennaio.

Ragazza, donna, altro (pubblicato in Italia da SUR con la traduzione di Martina Testa) porta la firma di Bernardine Evaristo, scrittrice e accademica britannica, vincitrice del Booker Prize nel 2019 ex-aequo con Margaret Atwood (e già questa informazione dovrebbe mettere in allerta tutti i cinque sensi e anche il sesto, quello del lettore) e con le sue 520 pagine scardina le nostre convenzioni a partire dall’assenza di punteggiatura. Nemmeno un punto interrompe le dodici storie (ma sono molte di più, fidatevi) che compongono un’opera unica.

Amma è la prima donna che incontriamo e accende la miccia: regista sovversiva e imprevedibile che anima la scena del teatro d’avanguardia londinese (è femminista, nera, lesbica e militante, e non necessariamente nell’ordine) sta per debuttare in uno dei più grandi e popolari teatri della capitale britannica; alla prima arrivano uno dopo l’altra tutte le donne e le ragazze che hanno un legame con lei ma non solo e, capitolo dopo capitolo, si raccontano, con umorismo e sfrontatezza, a volte alzano la voce, altre volte ci sussurrano all’orecchio, ma sono sempre oneste e vere, autentiche.

In un libro stratificato e ricco di complessità ma facilissimo da leggere ci sono molti temi: l’etnia, il sesso, l’emancipazione, il divario tra città grandi e piccoli centri, le lotte di classe, la situazione dell’educazione e del sistema scolastico, gli intrecci familiari, il genere, l’amicizia, l’amore, la maternità e l’appartenenza, e tanto tanto altro.

La capacità della Evaristo di dire così tanto funziona anche nei salti generazionali e storici, che passano di storia in storia, raccontando del contemporaneo ma anche del passato con una nitidezza impressionante. Come lo è lo scheletro di questo prodigio: le molte donne che lo animano prendono una dopo l’altra la parola (e la scena) come se le vedessimo lì sul palco, apposta per noi, a parlare con noi.

Per certo si può dire che Ragazza, donna, altro è un esperimento ambizioso, tanto quanto riuscito. Ma a me non riesce l’impresa di rendere giustizia a uno dei libri più belli che io abbia mai letto, quindi, l’unica cosa veramente saggia da fare è che io smetta di parlare mentre voi cominciate a leggere la Evaristo. Alla fine vi alzerete in piedi per gli applausi, la standing ovation, e potrete dire: capolavoro!

Sipario.

IL LIBRO Bernardine Evaristo, Ragazza, donna, altro, traduzione di Martina Testa, SUR

I social: