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Leggere, tradurre. Attraverso Lucy nel mondo di Jamaica Kincaid

Non si salva nessuno in Lucyromanzo breve di Jamaica Kincaid (Piccola Biblioteca Adelphi). Uscito nel 2008, ripubblicato nel 2016, è un piccolo grande libro che abbiamo investigato facendo due chiacchiere con il suo traduttore, Andrea Di Gregorio.

La protagonista scappa dalla madre e dall’isola di Antigua, ex colonia britannica nel Mar dei Caraibi, e sbarca a Manhattan come ragazza au pair presso una famiglia borghese. Qui Lucy scopre le stagioni (ad Antigua è sempre estate) e un mondo di bella gente, affabile e simpatica. Ma intorno alla loro tavola regna la desolazione, e Lucy se ne accorge.

Solo le madri sanno generare una vera tempesta nel subconscio dei figli e Lucy insegue la salvezza trasfigurando la nostalgia in una sfacciata volontà di scordare quella donna che l’ha amata male e troppo poco e cercando di riscattare se stessa dalle proprie origini d’isolana rimodellata dal colonialismo.

Conquista il lettore perché non cede nel suo proposito come non apre mai le lettere che la madre si ostina a inviarle.

La distanza fisica di molte miglia e psicologica dell’età adulta, tuttavia, sono crudeli e anziché far sbiadire i ricordi impongono al fianco di Lucy sua madre e la sua terra che si trasformano in un vetro dietro il quale la ragazza osserva disincantata il mondo nuovo e ce ne confida le colpe.

Quando tutto crolla, lei già lo sapeva.

Lucy Jamaica Kincaid Adelphi

Con una scrittura apparentemente semplice ma molto controllata, Kincaid sviluppa un’analisi fredda e lucida dei personaggi e dei sentimenti che indaga sotto ogni piega e di cui rivela ambiguità e menzogne.

La sua protagonista riceve regali da chi le sta accanto, ma a loro non concede alcuno slancio di generosità. E si emoziona più con l’istinto che con il cuore.

I suoi atteggiamenti verso l’amica Peggy, l’innamorato Paul, l’affabile Mariah denunciano in modo inequivocabile l’abilità di Lucy a esplorare l’animo umano e le bizzarre reazioni di chi incontra. Con una semplicità disarmante, Kincaid cattura lo sguardo con il racconto di una meschinità, un dolore e uno smarrimento che non meraviglia, semmai intristisce o diverte.

Perché andare a condividere un appartamento con un’amica con cui non si va più d’accordo? Per lo stesso motivo per cui ci si sposa quando l’amore è finito.

Il lettore da lontano assiste con Lucy al marito che lascia la moglie per la sua migliore amica o alla storia con Paul che lei “aveva soppesato e in avvenire di lui non le sarebbe poi importato tanto”.

Piace fino all’ultima pagina, dove una frase fa dubitare della sua intransigenza. O forse allude al desiderio di trovare un po’ di pace.

***

Elaine Cynthia Potter Richardson nasce a St. John’s sull’isola di Antigua nel 1949. A soli 17 anni si trasferisce a New York per lavorare come ragazza alla pari. Con lo pseudonimo di Jamaica Kincaid nel 1983 pubblica il suo primo libro.

Andrea Di Gregorio ha curato la traduzione del romanzo per Adelphi.

Un linguaggio così essenziale è più difficile di altri da tradurre?

«L’inglese è una lingua con un impasto assai diverso dall’italiano, e questo è una problematica (ossia un insieme organico di problemi) che si propone sempre al traduttore. In questo caso, poi, la scrittura di Kincaid è volutamente scabra, ironica quando non sarcastica. È evidente che, in un caso del genere, più che di tradurre una lingua, si tratta di tradurre una visione del mondo: una sfida abbastanza complicata che, tuttavia, mutatis mutandis, si presenta sempre quando si traducono autrici e autori di qualità».

Il tema del rapporto con la madre, che perseguita la letteratura, tanto è vero che in molti romanzi pur di evitarla la si fa morire in fretta, qui sembra superare ogni esito banale. E’ d’accordo?

«Sì, sono d’accordo. In effetti, anche se scritto con strumenti espressivi molto (ma non completamente) diversi, questo libro mi ha ricordato L’amante di Marguerite Duras. In entrambi i romanzi, al centro di un percorso di formazione di una donna si pone il rapporto con la madre. Un rapporto in cui odio e amore sono avviluppati in un groviglio inestricabile che può essere risolto solo con un taglio netto. Essere capaci di dare questo taglio netto – porsi di fronte a questo nodo di Gordio come l’Alessandro il Grande della propria esistenza – non è facile, ma certamente per molte donne è un passaggio fondamentale per completare il proprio Bildungsroman».

Foto in apertura: “Jamaica Kincaid på Bokmässan 2019. Foto: Niklas Maupoix” by Bokmässan i Göteborg is licensed under CC BY-NC 2.0

 

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