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Fake Reviews. Perché la conquista di Marte produrrà il bifolco spaziale

«Cosa ha fatto quest’uomo dell’Illinois (…) per riempirmi di orrore e solitudine con gli episodi di conquista di un altro pianeta?» Jorge Luis Borges, prologo all’edizione latinoamericana di Cronache Marziane di Ray Bradbury

La terribile solitudine di un viaggio alla conquista di mondi lontani rischia di trasformarsi in un’affollata domenica mattina inscatolati sotto il sole in macchina sulla Cristoforo Colombo alla ricerca di un pezzo di spiaggia perduto a Ostia. Diciamo la verità, i viaggi su Marte ci hanno già rotto il cazzo, ma il bip bip che sentite non è per la parolaccia e non è nemmeno il rumore dell’elicotterino sovraturbonucleare con cui la Nasa gioca all’aquilone su Marte. No, il bip bip è proprio il clacson ormai necessariamente in dotazione alle astronavi contemporanee, per evitare di andare a sbattere agli incroci sul pianeta rosso, dove non è ancora chiaro chi ha la precedenza.

Allora, quando sono le ore 13 del 17 maggio su e intorno Marte ci sono tre missioni: una è la solita della Nasa, nome del rover Perseverance, con effetti speciali a stelle e strisce; l’altro è il razzo Ikea sparato dalla Cina di Xi Ping, nome del rover Zhurong, c’ha le quattro frecce per segnalare incidente; la sonda degli Emirati Arabi Hope è invece intorno all’orbita del pianeta rosso dal 10 febbraio scorso, anche se c’ha problemi alla frizione, perché non riesce a trovare parcheggio.

La Nasa sopra all’astronave ci ha messo l’elicottero a turboscoreggetta più leggero della legge di gravità. Accanto a Perseverance infatti svolazza l’elicottero Ingenuity, un miracolo della tecnica e grande è stato lo stupore al centro aerospaziale di Houston non tanto quando Moxie, uno degli strumenti del rover, ha sfruttato l’atmosfera del pianeta composta al 96% da anidride carbonica per produrre 5 grammi di ossigeno, che quelle sono cose inutili, il vero miracolo è avvenuto nel pomeriggio di domenica scorsa quando il sistema ha fischiato il fallo di Perišić su Cuadrado concedendo un rigore alla Juventus ma cinque secondi prima che il fallo venisse commesso. Osservatori del club torinese sono già a Houston per acquisire il software.

Abbiamo soltanto da guadagnare in conoscenza da tutti questi viaggi su Marte. Però bisogna andarci cauti, perché in particolare la ricerca della vita, ci informa il sito d’informazione Sputnik news, potrebbe essere frutto di una “contaminazione interplanetaria”. Cioè qualsiasi vita eventualmente scoperta su Marte potrebbe in realtà provenire dalla Terra stessa. È come la prova del dna che tutti dicono che è decisiva e poi scopri che sul cadavere di quel tizio il tuo dna ce l’ha messo il tuo migliore amico per scappare con tua moglie. Ma se questo è vero, allora che ci andiamo a fare su Marte?

Mi aspettavo questa domanda e ho fatto i compiti. Cominciamo, per rispetto al razzo di Pechino, citando Confucio: “Non usare arco e freccia per uccidere una zanzara”. Certo che non c’entra niente con Marte, ma vuoi mettere la cultura che sprigiona la citazione dinanzi a un misero ritrovamento di quattro serci che riporterà Perseverance? Marte, come altri pianeti, secondo gli scienziati, è un candidato alla vita. Ma l’ipotesi ora prevalente è che alcuni pianeti che hanno le condizioni della vita poi si evolvono fino a diventare ostili, portandola all’estinzione.

Allora, chiediamo noi populisti interstellari, c’era bisogno di arrivare su Marte? Non abbiamo già fatto abbastanza per eliminare la vita sulla Terra rendendola ostile e preparandone le condizioni per l’estinzione? Quindi, è evidente che le missioni su Marte hanno uno scopo preciso: creare le condizioni per la vita per poi distruggerla, esportare povertà, guerra e malattia nello spazio. Decisiva sarà a questo scopo ExoMars 2022, la prossima missione su Marte che scaverà fino a due metri di profondità grazie a una trivella prodotta in Italia. Dopo aver scavato, riempirà la fossa ottenuta ripareggiando il terreno e rienterà nell’atmosfera terrestre. Lo scopo di questa missione è dimostrare che si possono investire ingenti capitali e perdere tempo su Marte come sulla Terra.

L’evo moderno è finito. Comincia il medioevo degli specialisti. Oggi anche il cretino è specializzato”. Così Ennio Flaiano scriveva nel suo Un marziano a Roma, dove specifica anche che colui che crede in se stesso vive coi piedi fortemente poggiati sulle nuvole. Parlava di sé o degli astronauti? Perché il futuro che attende i prossimi astronauti, quando dalle sonde verranno lanciati, prima o poi, esseri umani su Marte, non è come ce lo fanno vedere in tv, che ti chiama il presidente del tuo Paese e tu fai gli auguri all’umanità, quella storia lì è finita da tempo.

Avremo l’astronauta contadino, il bifolco spaziale, che dovrà zappettare il suolo per procedere con gli esperimenti che potrebbero davvero aiutare il pianeta. Altri scienziati ci mettono infatti in guardia: vegetali come quinoa, pomodori, piselli, rucola e altri comuni alimenti potrebbero crescere anche meglio che sulla Luna, a patto che il suolo sia concimato con residui vegetali. Questa scoperta è stata possibile analizzando la superficie marziana nelle precedenti missioni. Però la prova sulla Luna non l’avevano fatta. Da tempo la Nasa cerca di capire come coltivare le patate su Marte. È inoltre di pochi mesi fa la notizia del primo seme germogliato sulla Luna, all’interno del lander cinese Chang’E-4, usato anche dalla Nasa. Insomma ormai ci siamo. In mancanza di segnali di vita extraterrestre ce la portiamo noi la vita nello spazio, per il gusto di distruggerla da soli: saremmo terrorìzzati se esistesse una forma di vita più stronza della nostra.

Credit: Commons:WikiProject Aviation/recent uploads/2017 November 18/Overflow 1

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